Terremoto, i sindaci nel mirino: adeguamenti mai fatti

Terremoto, i sindaci nel mirino: adeguamenti mai fatti
di Valentina Errante e Sara Menafra
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Mercoledì 31 Agosto 2016, 00:01 - Ultimo aggiornamento: 07:51
dal nostro inviato 
AMATRICE - L’attenzione adesso si concentra sui sindaci e sui tecnici, i soggetti che hanno commissionato, diretto e collaudato i lavori realizzati con i fondi post terremoto e destinati alla messa in sicurezza di edifici pubblici e privati e crollati dopo scosse del 24 agosto. La procura di Giuseppe Saieva ha già acquisito molti fascicoli, il sospetto è che le opere realizzate siano consistite in semplici ristrutturazioni, in alcuni casi presentate al genio civile come consolidamento antisismico. Del resto se da un lato un’ordinanza della Protezione civile prescriveva nel dettaglio i calcoli da rispettare, dall’altro faceva riferimento a “semplici riparazioni con miglioramenti sismici”.

I SOLDI AI PRIVATI
Nell’inchiesta rientrano anche i fondi destinati ai privati, perché, dopo il terremoto in Umbria del ‘98, la Provincia di Rieti, attraverso il commissario straordinario Fabio Melilli, aveva stanziato 21 milioni e 778mila euro, destinati ai residenti. Bisognerà stabilire se e come siano stati spesi quei soldi. Di fatto, ad Accomuli e Amatrice, i comuni più colpiti, il denaro è stato destinato a pochissimi: 14 privati in tutto. Adesso sarà la mappatura degli edifici a verificare se siano tra quelli crollati.

 

La maggior parte della documentazione amministrativa, al momento, è sepolta sotto le macerie dei municipi dei due comuni reatini, ma è al genio civile che sono stati depositati i progetti delle opere. Degli oltre 21 milioni destinati dalla Provincia di Rieti ai privati, ad Accomuli sono stati assegnati solo 122,536 euro per quattro soggetti, ad Amatrice i finanziamenti sono stati più numerosi: 568.690, distribuiti tra dieci privati. La mappatura dei vigili del fuoco potrà stabilire se anche quegli edifici, ufficialmente messi in sicurezza con i finanziamenti pubblici, siano crollati. Il sospetto è che venissero realizzate semplici ristrutturazioni, presentate al genio civile come opere di consolidamento e che, addirittura, risultasse una discrepanza tra i progetti consegnati al municipio e quelli depositati negli uffici regionali, perché al comune si poteva contare sulla compiacenza di qualche funzionario. L’attenzione della procura si concentrerà anche sul ruolo dei dirigenti locali: sulle abitazioni private la legge prevede di affidare al Genio civile ben pochi controlli, nelle aree più fortemente sismiche, vengono sorteggiati 15 progetti su 100 sui quali compiere dettagliati controlli. E fra questi un 5% (del totale) riceve una seconda ispezione “sul campo”. La polizia giudiziaria ha già acquisito gli atti nella sede locale del Genio civile e negli archivi della Provincia. 

SINDACI E TECNICI 
La guardia di Finanza avvierà invece una campionatura dei materiali utilizzati negli edifici pubblici danneggiati per stabilire se fossero scadenti o non in grado di sostenere un terremoto in una zona ad alto rischio. Il nodo da sciogliere è in primo luogo quali lavori siano stati commissionati dagli amministratori locali, se gli appalti prevedessero un adeguamento antisismico, o e le opere fossero state declassate dagli stessi committenti a misure più blande di restauro. Per questo i sindaci saranno i primi ad essere convocati dal pool di magistrati. Poi toccherà ai direttori dei lavori e ai tecnici che hanno firmato i collaudi delle opere pubbliche, per chiarire cosa prevedesse la commessa assegnata. 
 
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