Terremoto, cemento depotenziato per una scuola in Emilia: quindici indagati

Terremoto, cemento depotenziato per una scuola in Emilia: quindici indagati
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Venerdì 27 Maggio 2016, 20:29 - Ultimo aggiornamento: 28 Maggio, 12:44

Cemento depotenziato utilizzato per ricostruire una scuola distrutta dal sisma del 2012, le medie Frassoni di Finale Emilia. Lo ipotizza un'inchiesta per falso e truffa della Squadra mobile e della Procura di Modena: 15 gli indagati, dipendenti e dirigenti di due aziende, la Betonrossi di Piacenza e la AeC Costruzioni di Modena. La prima, produttrice di miscele di calcestruzzo, forniva il materiale alla seconda, che aveva in appalto il cantiere della scuola. Un lavoro dal valore di cinque milioni di euro nell'ambito dei progetti post-terremoto, realizzato con un finanziamento di circa 1,7 milioni dell'Italia dei Valori. Il nuovo edificio è stato inaugurato il 23 aprile, ma l'apertura effettiva è stata in seguito bloccata, per la mancanza della documentazione sul collaudo definitivo.

L'amministrazione comunale di Finale, lambita dall'inchiesta di 'Ndrangheta Aemilia (il capo dell'ufficio tecnico Giulio Gerrini è stato condannato a due anni e quattro mesi in abbreviato), uscita indenne da una commissione di accesso prefettizia e coinvolta recentemente in un'altra vicenda di appalti, questa volta è parte lesa del raggiro. Secondo la tesi investigativa della Mobile, coordinata dal Procuratore Lucia Musti e dal Pm Claudia Ferretti, gli indagati si erano infatti accorti che il materiale a disposizione non era conforme e si sono accordati, all'insaputa del committente, per sostituire una partita di campioni, in modo da poter inviare al laboratorio che avrebbe dovuto verificare la resistenza materiale diverso e in grado di fornire risultati apparentemente positivi: 'sulla cartà era tutto a posto, mentre in realtà il calcestruzzo era difettoso.

L'operazione 'cubetto' - così si chiamano i campioni o provinì di cemento - ha visto l'esecuzione, proprio nei giorni in cui si ricordano le scosse di quattro anni fa, di una ventina di perquisizioni tra Modena, Bergamo, Bologna, Lodi, Mantova, Milano, Piacenza e Verona.
Tutto era partito da un tecnologo della Betonrossi intercettato nell'ambito di un'indagine su un traffico di stupefacenti: a novembre 2015 gli investigatori hanno sentito il dipendente che parlava di un problema sul calcestruzzo destinato al cantiere della scuola media e sono stati avviati gli accertamenti. È emerso che la verifica di resistenza, attraverso la sostituzione dei campioni, era stata falsata. Risultato: un prodotto finale difforme da quanto richiesto dal progetto, con pregiudizio per la sicurezza della scuola, in una zona peraltro classificata ad alto rischio sismico.
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