Terremoto, Andrea, il pompiere che ha scritto la lettera a Giulia: «L'ho fatto con il cuore, non sono un eroe»

Terremoto, Andrea, il pompiere che ha scritto la lettera a Giulia: «L'ho fatto con il cuore, non sono un eroe»
di Mario Ajello
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Domenica 28 Agosto 2016, 13:45 - Ultimo aggiornamento: 29 Agosto, 10:33

dal nostro inviato
«È stato un gesto istintivo. Che mi deriva dal mio senso civico che è fortissimo». Eccolo il vigile del fuoco che ha salvato a Pescara del Tronto la piccola Giorgia, 9 anni, mentre per la sorellina Giulia non c'è stato niente da fare. Lui, Andrea De Filippo, 27 anni, voce quasi spaventata da troppa celebrità inaspettata, è quello che l'altro ieri ha fatto trovare sulla bara di Giulia la lettera in cui scrive: «Scusa tanto, non abbiamo fatto in tempo».  Andrea, lo sa che lei è diventato un eroe nazionale e la conoscono tutti nel mondo come salvatore di bambine?
«Macché eroe, macché salvatore del popolo, io sono solo un essere umano. E come tale, in quella notte terribile, sono andato a dare una mano. Non sono neanche un pompiere effettivo, solo un pompiere volontario che vorrebbe diventare vigile del fuoco e spero di riuscirci».

Non si vanta Andrea. «In verità - narra - non sono stato io a liberare Giorgia Rinaldo, la bimba di quattro anni, dalle macerie che avevano seppellito Giulia. Mi sono limitato, in mezzo alla polvere di quella casa di Pescara del Tronto, a portare via con decine di secchi i detriti e i calcinacci. Giorgia l'ho vista ma era già salva, l'avevano appena liberata i pompieri».

Andrea, abruzzese dell'Aquila, ribadisce che «il mio è stato solo un gesto istintivo. Appena ho saputo del sisma mi sono mobilitato. In queste situazioni così terribili, gli esseri umani devono fare gli esseri umani. Semplicemente». E la lettera per i funerali di Giorgia, signor pompiere volontario Andrea, perché ha deciso di scriverla? «Sempre per la stessa ragione. Un moto del cuore ma forse anche della ragione. Ho preso carta, penna e poi è venuto fuori quel testo che ha girato per il mondo ma io non voglio essere un personaggio. Il mio compito morale è dare una mano». 
 

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