Terremoto, Amatrice, nonno Roberto: «Ho perso due nipotini di 7 anni con la scossa di agosto, con gli altri due dormiamo in tenda»

Terremoto, Amatrice, nonno Roberto: «Ho perso due nipotini di 7 anni con la scossa di agosto, con gli altri due dormiamo in tenda»
di Raffaella Troili
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Mercoledì 2 Novembre 2016, 11:49 - Ultimo aggiornamento: 15:08

dal nostro inviato
AMATRICE "Guarda che non è il terremoto, è un camion che passa". Roberto Serafini, 78 anni, ha perso due nipoti sotto il terremoto di Amatrice e quei due, Cristian e Federico, 7 e 9 anni, rimasti in vita spaesati a giocare in giardino sono di fatto la sua vita. "Mi sono rimasti questi due, io vivo per loro, i gemelli li ho persi, si può morire a sette anni?  - e si asciuga le lacrime -  uno, vede, ha il torcicollo perché in casa non ci vogliono stare la sera, quando fa buio, ma c’ è troppa umidità nelle tende". La casa è resistente e agibile ma appena scende la sera, la tranquillità è un ricordo "Così di giorno stiamo in casa, di notte in tenda. La sera i bambini in casa non ci vogliono proprio stare, ma nelle tende e nei container fa davvero freddo".


Passa Cristian e nonno chiede, "chi sei tu? Tu sei il mio sole". A loro racconta favole moderne, il terremoto per un nonno diventa un camion, che sarà mai? E "se questa casa rimane in piedi è per voi, mica me la porto in paradiso". Piange ma emana forza Roberto Serafini, il suo "tiriamo avanti" dà davvero coraggio a tutti. Cristian e Federico, seconda e quarta elementare, gli ronzano intorno, ogni sera si decide: "La tenda è troppo umida, andiamo nel camper, in casa no, la sera no".



E nonno si adegua. "Siamo stati 37 giorni nelle tende, ora è già tanto che siamo qui a casa, anche solo qualche ora di  giorno". "I piccoli devono riprendersi la vita, la normalità, parlare con gli amichetti, confrontarsi, tu come hai dormito? Non chiudersi, non tenere tutto dentro". Nonno Roberto è una roccia, 4 figli e un tempo 4 nipoti, due erano qui in vacanza, il terremoto li ha portati via, risparmiando i genitori.

"I due rimasti? Li coccolo, faccio loro forza, non gli faccio capire il pericolo". Però lui ogni tanto si asciuga una lacrima, intorno ha moglie e figli, ora due nipoti che come sempre accade gli hanno divelto il cuore. Oggi Roberto non potrà salutare i suoi nipoti, i gemelli di sette anni, rimasti sotto le macerie ad agosto. Il cimitero di Voceto è chiuso, pericoloso, non possiamo andare, "accenderemo un lumino qui in casa" dicono i figli, mentre lui vecchio saggio si asciuga un’altra lacrima.

 

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