Sardegna, suora condannata per maltrattamenti sui disabili

Religiosa condannata per maltrattamenti a pazienti
di Luisa Mosello
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Sabato 1 Ottobre 2016, 16:30 - Ultimo aggiornamento: 3 Ottobre, 08:06
Si chiamava "Casa della Letizia" ma di letizia non ce n’era affatto in questa struttura religiosa che ospitava pazienti affetti da disagi psicofisici al centro di Tempio Pausania, in Sardegna. Al posto di cure e medicine venivano somministrati botte e maltrattamenti vari perpetrati dalla madre superiora Sebastiana Chessa, conosciuta come Suor Maura. Che per questi deprecabili episodi è stata condannata qualche giorno fa a un anno di reclusione con rito abbreviato. All’epoca dei fatti, quattro anni fa, la suora allora settantenne era direttrice del’istituto di ricovero, fino ad allora considerato un fiore all’occhiello, da oltre mezzo secolo sul territorio sardo per dare aiuto alle persone con disturbi psichici.

L’indagine che ha portato alla condanna è stata lunga e minuziosa anche sulla base dalle immagini delle telecamere  all’interno della strutture. Che per mesi e mesi avevano ripreso scene di pazienti malmenati dagli operatori sanitari che agivano su sollecitazione della religiosa dai metodi violenti. Gli stessi che suor Maura, a sua difesa, aveva definito “metodi correttivi su pazienti difficili”. Oltre a subire maltrattamenti fisici i pazienti erano privati anche del cibo. Tutte accuse respinte dalla congregazione delle Figlie del Gesù crocefisso di cui fa parte la Chessa che proprio in seguito a queste era stata sollevata dall'incarico. Accuse alle quali il gup del tribunale di Tempio Pausania Marco Contu ha dato credito condannando inizialmente la religiosa a 1 anno e mezzo, pena poi ridotta a 12 mesi. La denuncia era partita nel 2012 da parte di alcuni dipendenti della casa di accoglienza che avevano assistito alla messa in pratica dei metodi di correzione tutt’altro che misericordiosi. 
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