L’indagine che ha portato alla condanna è stata lunga e minuziosa anche sulla base dalle immagini delle telecamere all’interno della strutture. Che per mesi e mesi avevano ripreso scene di pazienti malmenati dagli operatori sanitari che agivano su sollecitazione della religiosa dai metodi violenti. Gli stessi che suor Maura, a sua difesa, aveva definito “metodi correttivi su pazienti difficili”. Oltre a subire maltrattamenti fisici i pazienti erano privati anche del cibo. Tutte accuse respinte dalla congregazione delle Figlie del Gesù crocefisso di cui fa parte la Chessa che proprio in seguito a queste era stata sollevata dall'incarico. Accuse alle quali il gup del tribunale di Tempio Pausania Marco Contu ha dato credito condannando inizialmente la religiosa a 1 anno e mezzo, pena poi ridotta a 12 mesi. La denuncia era partita nel 2012 da parte di alcuni dipendenti della casa di accoglienza che avevano assistito alla messa in pratica dei metodi di correzione tutt’altro che misericordiosi.
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