Ha 8 anni e deve pagare la tassa sui rifiuti: l'incredibile caso in Umbria

Cartelle pazze a un bambino di 8 anni
di Luisa Mosello
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Lunedì 27 Giugno 2016, 12:42 - Ultimo aggiornamento: 28 Giugno, 12:24
Alle tasse non c’è mai limite. Neanche d’età. Lo ha provato sulla propria pelle (di bambino) un piccolo “contribuente” di soli 8 anni. Il bimbo che vive in Umbria, a Città della Pieve provincia di Perugia, qualche giorno fa invece di un invito a una festa o un giocattolo a sorpresa si è visto recapitare un tipo di cartella assai diversa da quella usata per andare a scuola. Ovvero: una “cartella pazzada 338 euro della Tari, la tassa sui rifiuti relativa al 2016. Il Comune si è giustificato definendo l’accaduto un errore, una svista.  "E’ stato un probabile caso di omonimia che non si è mai verificato prima  -ha fatto sapere in una nota-, Alla prima segnalazione (de La Nazione, ndr) è stato immediatamente risposto che non si sarebbe dovuto tener conto della cartella pazza e che gli uffici avrebbero immediatamente provveduto alla verifica con il gestore del programma informatico dell'anomalia che ha prodotto l'emissione della bolletta».

La vicenda ha dell’incredibile perché il documento inviato dall’ufficio tributi riportava con esattezza i dati anagrafici del bambino che ha appena spento la sua ottava candelina, e quindi la sua età era ben visibile a tutti con l’anno di nascita, 2008, in evidenza. Inoltre all’indirizzo indicato a Po’ Bandino, una frazione del comune umbro,  il ragazzino non ci abitava neanche più avendoci vissuto in affitto fino a tre anni insieme alla madre Simona Testa. «Sono sconvolta e non mi sembra vero- ha commentato la donna, disoccupata che vive da sola con il bimbo- .E’ una cosa assurda  non solo perché la cartella è intestata a mio figlio che ha compiuto otto anni da pochi giorni, ma anche perché si riferisce ad un’utenza che non è di nostra proprietà». Poi le scuse dell’amministrazione comunale e un’ulteriore giustificazione a quanto accaduto: « Abbiamo quindi appreso  che il bambino di 8 anni erroneamente indicato come intestatario presenta tre casi di omonimia e che l'errore del sistema è probabilmente attribuibile a questo fatto, evidentemente il programma ha pescato un codice fiscale errato riferito ad omonimo».

Ci si augura che il piccolo e precoce contribuente  continui a portare cartelle più adatte alla sua età, e solo al suo rientro a scuola dopo le vacanze.
Anche perché non è la prima volta che l’infanzia è colpita dall scure dell’Agenzia delle Entrate. Qualche anno fa per esempio, in Piemonte un bambino di 10 anni era stato accusato da Equitalia di aver comprato, quando di anni ne aveva appena due, un cellulare con regolare contratto e non aver mai pagato le tasse di registrazione del canone. 
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