Taranto, incidenti falsi per truffare l'assicurazione: sgominata banda di truffatori

Taranto, incidenti falsi per truffare l'assicurazione: sgominata banda di truffatori
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Lunedì 16 Ottobre 2017, 15:14 - Ultimo aggiornamento: 17:25
Sono 144 le persone denunciate dalla polizia stradale di Taranto e accusate di aver truffato 18 compagnie assicurative con una serie di incidenti falsi. danneggiando volontariamente beni o testimoniando il falso. L'attività illegale avrebbe permesso all'organizzazione di incassare circa 500mila euro.

La presunta organizzazione, nella quale sono coinvolti anche quattro avvocati, operava a Grottaglie, dove è stato denunciato il maggior numero di sinistri falsi. Ora i suoi componenti sono accusati di truffa, fraudolento danneggiamento di beni assicurati e falsa testimonianza.

L'indagine del pm Lanfranco Marazia è stata avviata in seguito alla querela presentata da una compagnia assicurativa, insospettita da una serie di 6 incidenti stradali che vedevano coinvolta sempre la stessa vettura nell'arco temporale di soli due mesi. In quegli scontri il dispositivo satellitare installato sulla vettura segnalava delle discrasie riguardanti eventi crash e relative posizioni satellitari, rispetto a quanto denunciato dagli assicurati.

L'analisi della documentazione prodotta dalla compagnia assicurativa ha evidenziato altri 61 casi simili, denunciati come accaduti nel comune di Grottaglie o in paesi limitrofi fra tre veicoli: un iniziale tamponamento tra due auto che culminava con una successiva collisione tra il veicolo tamponato e una terza vettura, il tutto finalizzato a ottenere un duplice indennizzo.

In tutti i falsi incidenti non veniva mai richiesto l'intervento delle forze dell'ordine e venivano denunciati esclusivamente danni materiali. L'obiettivo infatti era ottenere un rapido risarcimento con la procedura prevista in regime d'indennizzo diretto.

Secondo l'accusa le auto venivano  acquistate dai componenti della banda, proprio con lo scopo di compiere una serie di falsi incidenti stradali, senza mai procedere alla registrazione dei relativi atti di vendita. Questo affinché il veicolo non fosse riconducibile a loro e per dissimulare l'effettiva responsabilità, così da evitare i controlli da parte degli uffici antifrode delle compagnie di assicurazione.

L'indagine è stata caratterizzata in un primo momento delle basilari tecniche investigative e comparative e successivamente da operazioni tecniche di intercettazioni telefoniche durante l'arco di oltre quattro mesi.
Tra i promotori dell'organizzazione c'era un avvocato che metteva a disposizione dell'organizzazione le proprie competenze tecniche giuridiche. L'attività investigativa ha poi evidenziato profili di responsabilità anche nei confronti di altri tre legali. Uno di loro era impiegato in una compagnia assicurativa.
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