Tagli, auto blu dimezzate ma i ministeri resistono

Tagli, auto blu dimezzate ma i ministeri resistono
di Andrea Bassi
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Lunedì 1 Febbraio 2016, 23:57 - Ultimo aggiornamento: 2 Febbraio, 08:45
Uno dei paradossi delle auto blu lo aveva raccontato l’ex commissario alla spesa pubblica Carlo Cottarelli. Quando aveva provato a tagliare quelle dei graduati della difesa, si era sentito rispondere che c’è un regolamento che vieta agli ufficiali di usare l’ombrello, così per non bagnarsi erano costretti, loro malgrado, ad usare auto di servizio. Insomma, tra i privilegi degli alti papaveri di ministeri e burocrazia, quello dell’autista rimane uno dei più duri a morire. Un muro contro il quale già in molti hanno sbattuto. Matteo Renzi aveva promesso un taglio drastico delle auto blu, stabilendo che, al massimo, ogni dicastero ne avrebbe potuto disporre solo di cinque oltre a quella del ministro. Termine ultimo per adeguarsi alla regola era il 31 dicembre dello scorso anno. Il compito di controllare e censire il taglio, era stato affidato al ministro della funzione pubblica Marianna Madia. 

Per un anno ha sollecitato i colleghi a rispettare il tetto, ed ora è arrivato il momento di tirare le somme. Il lavoro è finito, ed è stato appena pubblicato sul sito del governo. Il giro di vite sembrerebbe aver funzionato. Nel loro complesso il numero delle auto di servizio a disposizione di tutte le amministrazioni, centrali e locali, sarebbe diminuito di oltre 40 mila unità, dalle 66.579 vetture del 2014, alle 22.415 della fine dello scorso anno. Un calo deciso, anche se il dato potrebbe scontare qualche imprecisione, perché diverse amministrazioni, soprattutto i Comuni, non hanno risposto al censimento. In queste cifre, tuttavia, sono comprese non soltanto le auto blu, ossia di grossa cilindrata e guidate generalmente da un autista, ma tutte quelle utilizzate per vari scopi dalle amministrazioni. 

 

IL DETTAGLIO
A leggere i dati del ministero della funzione pubblica, tuttavia, sembrerebbe che la cinghia sia stata stretta anche dalle autorità. Le auto blu complessivamente a disposizione di tutta la Pubblica amministrazione centrale sarebbero oggi solo 269, poco più della metà rispetto alle 527 dello scorso anno. Il ministero dello Sviluppo economico dichiara di averne solo cinque, come anche il ministero degli esteri, quello dell’ambiente, della difesa e della salute. Il ministero dell’agricoltura e quello del lavoro sostengono di aver ridotto le loro vetture a soltanto quattro. Il ministero della Giustizia è il più virtuoso con soltanto 3 auto blu. Ma a scorrere le tabelle del censimento effettuato dal ministero della funzione pubblica, saltano agli occhi alcune anomalie. La prima è quella del dicastero delle Infrastrutture, a cui risultano intestate ben 115 vetture. Un’enormità. La spiegazione va ricercata in uno di quei paradossi di cui è costellato l’ordinamento italiano. Ai vari tagli delle leggi inutili, è sfuggito un decreto luogotenenziale del 1944, con il quale Umberto di Savoia, principe di Piemonte, luogotenente del Regno, stabiliva che «il servizio automobilistico delle Amministrazioni centrali dello Stato, già affidato al Ministero della guerra, passa al Ministero delle comunicazioni». Un dicastero che dopo vari passaggi è finito dentro quello delle infrastrutture. In pratica a Graziano Delrio fanno capo le auto blu di una serie di personalità, dal procuratore generale della Corte di cassazione e Presidente del Tribunale superiore delle acque pubbliche, al presidente del Consiglio di Stato, al Presidente e Procuratore generale della Corte dei conti, all’Avvocato generale dello Stato, fino al segretario generale di Palazzo Chigi, ai suoi vice, ai capi di gabinetto dei ministeri. Insomma, se da un lato è vero che i ministeri hanno tagliato a cinque le loro auto, dall’altro è vero anche che molti alti papaveri possono contare sulle auto formalmente intestate al ministero delle infrastrutture. 

All’altro estremo c’è il ministero degli interni. Il Viminale dichiara di non avere nessuna auto blu. Lo può fare utilizzando una scappatoia delle norme, per cui le vetture assegnate a personalità sotto protezione non si conteggiano e non si conteggiano nemmeno quelle «per i servizi istituzionali di tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica». Dal novero, insomma, sono state eliminate non solo le volanti della Polizia ma anche le auto usate dai prefetti o dai vertici del ministero. L’Economia, poi, dichiara di avere 13 auto di servizio. Ma 12 sono in leasing e dunque, per non pagare penali, sarà necessario attendere la scadenza dei contratti prima di dismetterle. Sopra il tetto, con 46 auto, anche i Beni culturali. In questo caso a pesare sarebbero le auto dei sovrintendenti a livello locale.
 
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