Multe sulle strisce blu, caos delibere: ora la decisione spetta ai Comuni

Multe sulle strisce blu, caos delibere: ora la decisione spetta ai Comuni
di Angela Padrone
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Sabato 29 Marzo 2014, 10:42 - Ultimo aggiornamento: 17:13
Multe e sosta sulle strisce blu, cos una piccola storia quotidiana si trasformata in un grosso pasticcio. Non male per chi sogna l’avvento della semplificazione burocratica. Alla fine di un tortuoso rimpallo di responsabilità una cosa si può dire: i Comuni dovranno intervenire. E’ vero che molte amministrazioni si sentono così sicure del proprio diritto di applicare la sanzione a chi lascia l’auto sulle strisce blu oltre il tempo per cui ha pagato (in base all’articolo sette, comma 15, del codice della strada) che continueranno a fare le multe come hanno sempre fatto. Roma, Chieti, Pescara, non sembrano intenzionati a cambiare. Altri, come Viterbo e Teramo, stanno già lavorando a dei testi ad hoc. Ma tutti i sindaci che vogliono evitare ricorsi e incertezze negli introiti, emaneranno presto un regolamento comunale definitivo in materia. Alla fine chi parcheggia sulle strisce blu oltre il tempo per cui ha pagato, rischierà ancora di trovare la contravvenzione.



IL MINISTERO DEI TRASPORTI

A cercare di chiarire la situazione erano intervenuti giovedì ben due ministri, Lupi e Alfano per Trasporti e Interno, e il presidente dell’Anci Fassino. Ma ancora ieri tutti i protagonisti hanno sentito il bisogno di tornare sull’argomento, segno che i dubbi non erano stati dissipati affatto. Apparentemente il più deciso sembra essere Lupi che precisa: «Per chi sosta nelle strisce blu oltre il termine per cui ha pagato non viene elevata contravvenzione per divieto di sosta perché ciò non è previsto dal Codice della Strada». Sembrerebbe un "tana libera tutti" per gli automobilisti che già sono maestri nell’arte di arrangiarsi. Invece lo stesso ministero aggiunge che la faccenda tocca ai Comuni, i quali devono perciò «emanare una specifica delibera». Il ministro aggiunge anche di considerare auspicabile che «nella legge delega per il nuovo Codice della Strada in esame in Parlamento», un’altro di quei parti lunghi e dolorosi che sembrano non avere mai fine, «vengano indicati i principi generali a cui i Comuni devono attenersi, e in ogni caso stabilito il criterio che le multe non possono essere una ulteriore forma di tassazione indiretta del cittadino». Ma il nuovo codice della strada è ancora di là da venire.



Chi non ha tanti dubbi e invita gli automobilisti a presentare una valanga di ricorsi sono alcune associazioni di consumatori, Codacons in prima fila: «Sono anni che i Comuni continuano a fare multe che, secondo quello che il ministro stesso dice, sono infondate - dice Mauro Antonelli del Codacons - Adesso, se ogni Comune farà il proprio regolamento, ne avremo 8000 diversi. Sarebbe più giusto modificare il codice della strada».



CAMBIARE IL CODICE

La stessa cosa invocano anche le polizie municipali: «Bisogna cambiare la legge e uniformare tutta Italia - dice il comandante Stefano Manzelli, a nome del portale "poliziamunicipale.it" - il governo ha perso un’occasione per fare chiarezza». E aggiunge che il ministero avrebbe sbagliato anche a dichiarare fuori legge i "finti autovelox" che alcuni Comuni utilizzano come dissuasori: «Significa solo mettere in difficoltà sindaci e polizia locale- dice Manzelli - E’ dal 2010 che aspettiamo la circolare sugli autovelox».



L’Anci, l’associazione dei Comuni, parla però di decisione «chiara e inequivoca»: i Comuni hanno il diritto «di irrogare sanzioni sulla base di propri atti deliberativi già adottati o da adottare, secondo il codice della strada». Tutto a posto quindi? Non proprio, perché una volta innescata la polemica e instillati i dubbi, questi non sembrano placarsi, e servirà il lavorio delle burocrazia per risolverli. E fare in modo che niente cambi.

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