Nelle motivazioni si spiega che «la verità è che una simile strage fu resa possibile proprio dalla sistematica accondiscendenza, quando non dalla sollecitazione, da parte dei vertici dell'esercito tedesco di tali atti di assassinio, sterminio, deportazione e violazione della vita privata ai danni della popolazione civile e con il dichiarato fine di contrastare qualsivoglia pericolo alla supremazia tedesca». E che lo sterminio degli abitanti di Pietransieri fu, «più cinicamente, lo strumento attraverso il quale l'esercito tedesco, intimorito dall'avanzare delle avanguardie alleate, fece piazza pulita dei civili ancora presenti nella fascia di sicurezza».
Lo sterminio degli abitanti di Pietransieri fu, «più cinicamente, lo strumento attraverso il quale l'esercito tedesco, intimorito dall'avanzare delle avanguardie alleate, fece piazza pulita dei civili ancora presenti nella fascia di sicurezza». Il sindaco di Roccaraso, Francesco Di Donato, ha parlato di «una sentenza storica e di decisioni coraggiose ed esemplari da parte dei giudici del Tribunale di Sulmona. Da anni abbiamo avviato un percorso per rafforzare la memoria storica dei fatti di Pietransieri. Per noi è ancora una ferita aperta e questa sentenza, che arriva a pochi giorni dal 74/o anniversario della strage, è un riconoscimento importante per la nostra gente».
L'avvocato Monica Oddis, vice sindaco di Roccaraso e membro del collegio di legali (insieme agli avvocati Lucio Olivieri e Claudia Di Padova) da sempre in prima linea per il riconoscimento dei diritti delle vittime della strage dei Limmari, ha espresso «soddisfazione per questa decisione. Le responsabilità di questo eccidio sono sempre state evidenti e da oggi le vittime e le famiglie delle vittime di Pietransieri vedono riconosciuto anche il diritto al risarcimento di queste terribili responsabilità. Una sentenza significativa che va oltre l'aspetto economico, che non cancella il dolore per questa strage terribile ma che ci aiuterà a progettare nuove iniziative per trasferire alle nuove generazioni un messaggio di memoria e di pace».
E' tuttavia più che probabile che anche questa volta, come avvenuto per analoghe sentenze in passato, la Germania non pagherà.
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