Nella classifica europea basata su dati del 2013 (per le sole città francesi i dati si riferiscono al 2014) seguono Stoccarda, Barcellona, Dortmund e Berlino (24 microgrammi/mc), Glasgow (23), Bordeaux, Londra e Leeds (22), Monaco (21), Madrid (19), Valencia (17) e Liverpool (14). Negli anni successivi al 2013, la situazione delle quattro città italiane non è migliorata, a conferma di una «cronicità delle lacune per l'inquinamento atmosferico», spiega il coordinatore dell'ufficio scientifico di Legambiente Andrea Minutolo, indicando che la media annuale di PM10 a Torino è stata di 35 microgrammi/mc nel 2014, 39 nel 2015 e 36 nel 2016; a Milano è stata nei tre anni 35-41-36; a Napoli è stata 29 nel 2014 e nel 2015 e 28 nel 2016. A Roma, dai 29 microgrammi per metro cubo del 2014 si è passati a 31 nel 2015 e di nuovo a 29 nel 2016. «Un andamento che fa presupporre nuove procedure di infrazione», osserva Minutolo spiegando che le attuali procedure per l'Italia si riferiscono agli anni 2008-2012 e 2012-2014.
La scheda sulle città europee, anticipata da Legambiente all'Ansa, è contenuta nel dossier «Mal'aria di città 2018», con l'analisi dell'emergenza smog in Italia nel 2017 che sarà pubblicato alla vigilia della riunione di martedì prossimo, 30 gennaio, a Bruxelles convocata dal Commissario Ue per l'ambiente, Karmenu Vella con i ministri di nove Stati membri, tra cui Gianluca Galletti per l'Italia, sotto procedura di infrazione.
Obiettivo è trovare soluzioni per affrontare il problema smog nell'Unione europea. Repubblica ceca, Germania, Spagna, Francia, Ungheria, Romania, Slovacchia, Regno Unito e Italia si trovano infatti ad affrontare procedure di infrazione per aver superato i limiti concordati. Il vertice ministeriale è «l'ultima chiamata» che punta a garantire l'attuazione di misure efficaci altrimenti la Commissione non avrà altra scelta che procedere con azioni legali e rinviare tali Stati membri alla Corte di giustizia.
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