Sgomberi, stretta sui sindaci: il nodo dei poteri ai prefetti

Sgomberi, stretta sui sindaci: il nodo dei poteri ai prefetti
di Valentina Errante
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Domenica 27 Agosto 2017, 08:59
La circolare arriverà all'inizio della prossima settimana e servirà a gestire i problemi di ordine pubblico come quello di via Curtatone. Misure che riguarderanno in primo luogo i sindaci e puntano a ristabilire la legalità nei tempi più stretti possibile e a risolvere a monte il problema dell'accoglienza, che comporta anche l'emergenza abitativa e l'occupazione di palazzi. Per questo, se da un lato il ministero pone limiti all'esecuzione delle ordinanze di sgombero, dall'altro, in caso di mancata risposta da parte dei primi cittadini, prevederà anche la requisizione degli immobili, gestendo l'emergenza nei comuni insieme alla Croce Rossa e alle associazioni di volontariato.

La prima chiamata, però, sarà sempre per i sindaci, invitati a rispondere alle esigenze di un'equa distribuzione sul territorio con gli incentivi previsti dal progetto Sprar che continua a registrare scarse adesioni. Il dubbio è che i requisiti previsti dal Viminale per l'esecuzione delle ordinanze di sgombero, in caso di occupazione abusiva di immobili, possano determinare un rallentamento delle procedure e che possano esserci problemi sull'applicabilità delle nuove misure. Di fatto, dal ministero dell'Interno, si assicura che l'obiettivo è quello di arginare pratiche illegali, con un sistema che funzioni capillarmente sul territorio, risolvendo il problema a monte.

LE MISURE
Se il Viminale intende porre alcuni requisiti da rispettare per l'esecuzione di ordinanze di sgombero firmate dai giudici, che prevedono l'individuazione di immobili in grado di accogliere le famiglie che abbiano diritto una casa, posti negli ospedali per quanti necessitino di assistenza e la disponibilità di strutture pronte ad accogliere minori, la circolare, che arriverà nei prossimi giorni, punta anche a evitare le occupazioni e a gestire la materia accoglienza attraverso il coinvolgimento dei primi cittadini. Per questo, in caso di mancate risposte da parte dei sindaci saranno previste anche le requisizioni degli immobili, in una collaborazione con la Croce rossa e le associazioni di volontariato che gestiranno l'accoglienza.

L'INERZIA
Il caso di via Curtatone è esemplare. Il Viminale imputa una sorta di «inerzia», durata un anno e mezzo, al Campidoglio. L'ordine della Procura di liberare il palazzo, occupato da centinaia di etiopi ed eritrei, molti dei quali rifugiati, imponeva di agire. Si è ritenuto che la situazione potesse essere controllata, ma non è stato così, dopo lo sgombero, i disordini sono aumentati anziché diminuire. Eppure le misure annunciate adesso dal Viminale sugli immobili occupati, poco aggiungono alle direttive già firmate dall'ex prefetto di Roma Francesco Paolo Tronca. Ma da allora non sono state individuate soluzioni alternative. La delibera emanata nel 2016 dall'allora commissario a Roma prevedeva che «le occupazioni verranno liberate man mano che si renderanno disponibili gli alloggi per l'emergenza abitativa da assegnare sulla base del bando speciale».

Una situazione nel suo complesso «non tollerabile» da parte di Minniti che non vuole altri sgomberi se prima non saranno pronte soluzioni abitative. Il messaggio di Minniti va letto dunque sul piano politico. Un messaggio destinato in primo luogo ai sindaci, solo in seconda battuta a prefetture e questure come diramazioni del Viminale sul territorio. Ma sono soprattutto gli enti locali, ancora una volta, ad essere coinvolti, chiamati in causa già dal pacchetto Minniti-Orlando sulla sicurezza varato tra aprile e febbraio: quel testo in caso di occupazioni abusive affida ai prefetti la gestione della sicurezza e a regioni e comuni il compito di garantire i «livelli assistenziali degli aventi diritto» e la «tutela dei nuclei familiari in situazioni di disagio».
 
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