Sedicenne si uccise gettandosi dal tetto della scuola, chiesto il processo per i genitori. Il Pm: «Troppo esigenti»

Sedicenne si uccise gettandosi dal tetto della scuola, chiesto il processo per i genitori. Il Pm: «Troppo esigenti»
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Venerdì 12 Febbraio 2016, 21:07 - Ultimo aggiornamento: 14 Febbraio, 23:06
Per il suicidio di una ragazzina chiesto il processo dei genitori. Rosita aveva sedici anni, una media al liceo classico ben al di sopra del 9, ma il 16 giugno del 2014 salì sul tetto della scuola, a Forlì, e si lanciò nel vuoto. Prima del suicidio, registrò un video e scrisse una lettera in cui accusava i genitori: «Mi hanno reso la vita impossibile». Dopo una lunga e delicata indagine i magistrati Sergio Sottani e Filippo Santangelo hanno chiesto il rinvio è giudizio del padre e della madre della ragazza per istigazione al suicidio e maltrattamenti. Si tratta di una inchiesta complessa, perché mette sotto accusa chi ha dovuto sopportare il dolore della perdita di una figlia. Ma il racconto lasciato da Rosita era molto dettagliato e, secondo i magistrati, come riporta la cronaca locale del Resto del Carlino, veritiero. I genitori, malgrado gli ottimi voti della ragazza che alle medie era stata anche premiata per i suoi risultati scolastici, erano molto esigenti. «Indagate - aveva lasciato scritto la ragazza - spero ci sia giustizia per questa mia morte».
Rosita, che abitava con la famiglia a Fratta Terme, a quindici chilometri da Forlì, non era figlia unica, anche fratello frequentava anch'egli il Liceo Classico Morgagni. Era stata scelta per un anno di studi in Cina, ma i genitori le negarono questa opportunità, così come le proibirono di avere un profilo su Facebook o di acquistare un nuovo smartphone. Diceva di sentirsi prigioniera in casa, raccontarono i compagni di classe, i genitori non la lasciavano uscire, quando tornava con il bus da scuola dal balcone la seguivano con lo sguardo. Tutti elementi che possono rientrare nei confini di una famiglia severa, ma non in quelli che delimitano l'istigazione al suicidio e i maltrattamenti. Ma l'inchiesta, durata un anno e mezzo deve avere scoperto altro. Resta l'immagine terribile di una ragazza di sedici anni che, dopo avere lasciato dei biglietti di addio nella buca delle lettere di alcune compagne, un giorno di giugno usa le scale anti incendio per salire sul tetto del liceo, con un telefonino registra un ultimo messaggio, si toglie le scarpe. E si lancia nel vuoto.
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