Pulizie e bidelli, mobilitazione in molte città italiane: scuole a rischio caos

Allarme pulizie per le scuole italiane
di Alessia Camplone
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Mercoledì 26 Febbraio 2014, 08:42 - Ultimo aggiornamento: 27 Febbraio, 08:49
Neanche il tempo di mettere piede nella sede di viale Trastevere che subito il ministro Stefania Giannini alle prese con le prime emergenze. Sono a rischio la pulizia delle aule di tutte le scuole e l’assistenza agli alunni, in particolare i portatori di handicap. Sono due delle questioni più urgenti che il neo ministro ha ereditato. Perché la scuola non è fatta solo di studenti e insegnanti. E proprio dopo i due giorni in cui i docenti sono sotto i riflettori per le parole che ha dedicato loro il premier Matteo Renzi (lunedì nel discorso al Senato, ieri ancora alla Camera sottolineando la necessità di «valorizzare il ruolo degli insegnanti»), va in scena oggi la protesta degli addetti delle pulizie nelle scuole. Una protesta nazionale. Non è la prima. Sono 24mila tra lavoratrici e lavoratori che si mobiliteranno in tutta Italia in presidi organizzati, davanti alle sedi di Regioni, Province, Comuni, Prefetture. A Torino, la protesta è già scesa in piazza ieri. Così è stato in queste ultime settimane in molte altre città. A organizzare la manifestazione di oggi sono i sindacati di categoria Cisl, Cgil e Uil, e la vertenza è per il mantenimento dei livelli di occupazione e di reddito a rischio da questo sabato, primo marzo, con la scadenza della proroga delle condizioni degli appalti di pulizia. Gli stanziamenti per la pulizia sono scesi dai 600 milioni del 2011 ai 280 attuali. È l’altra faccia del malessere dei lavoratori della scuola: non solo maestri e professori, ma anche personale non docente. E come gli addetti alle pulizie, è sul piede di guerra il personale Ata (gli assistenti amministrativi, tecnici e ausiliari) dopo che è stato annunciato da marzo il prelievo in busta paga per quelle mansioni aggiuntive svolte e previste dal contratto.



I PROBLEMI

Il primo allarme è quello dell’igiene a rischio: senza pulizia, le scuole diventano una minaccia per la salute. «Un problema sempre più di ordine sociale - denuncia il segretario generale aggiunto della Fisacat Cisl, Giovanni Pirulli - I tagli lineari che hanno riguardato i servizi di pulizia nelle scuole hanno pesanti ripercussioni sia sull’occupazione, drasticamente ridotta, che sulla salute dei bambini e dei ragazzi». Tutto nasce da una gara europea dell’autunno scorso gestita dalla Consip (la piattaforma digitale per gli acquisti della Pubblica amministrazione) per appaltare quei servizi che venivano dati in esterno (molto spesso a cooperative di lavoratori socialmente utili). Gara che si sarebbe dovuta chiudere entro il 31 dicembre. Ma dei 13 lotti previsti (ripartiti per aree geografiche) ne sono stati avviati neanche la metà. Non è solo questione di tempi. Anche di tagli di risorse. Perché gli importi previsti dal bando sono stati davvero esigui. Al punto che quelle ditte che erano riuscite ad aggiudicarsi il servizio sono state costrette, per rientrare nelle spese, a ridurre le ore di lavoro e gli stipendi del personale (con tagli dal 35 al 50% e con stipendi che erano di circa 900 euro al mese) se non addirittura a licenziare addetti. A scapito, ovviamente, del servizio di pulizia. Pronto a incrociare le braccia è anche il personale Ata dopo che con la busta paga di febbraio è stato bloccato il pagamento per le attività aggiuntive come l’assistenza agli alunni disabili, o la manutenzione dei laboratori didattici, o la sostituzione del dirigente amministrativo in segreteria. Posizioni assegnate da settembre 2011 a circa settemila lavoratori in tutta Italia, tutti qualificati con un corso. A peggiorare la situazione, da marzo è previsto il recupero degli importi già ricevuti da settembre scorso. Ed è in forse anche il recupero degli anni precedenti. Dai 600 ai 1.200 euro circa l’anno. La Flc Cgil è già in sciopero dal 21 febbraio e per un mese. Anche gli altri sindacati sono sul piede di guerra se una soluzione non arriverà nei prossimi giorni. Un ultimatum: sperando in un salvagente dal nuovo governo.
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