Morti sospette in corsia, il primario non si presenta in caserma: «Nulla da dire»

Morti sospette in corsia, il primario non si presenta in caserma: «Nulla da dire»
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Sabato 3 Dicembre 2016, 13:34 - Ultimo aggiornamento: 4 Dicembre, 19:24

Quindici è il numero complessivo degli iscritti nel registro degli indagati nell'ambito dell'inchiesta su presunte morti sospette all'ospedale di Saronno (Varese). Il dato è stato confermato oggi dal procuratore capo della Repubblica di Busto Arsizio (Varese), Gianluigi Fontana. Da questa mattina, al Comando compagnia carabinieri di Saronno, sono partiti i primi interrogatori di tre degli undici medici indagati a vario titolo per favoreggiamento, omessa denuncia e falso ideologico, all'indomani degli interrogatori di garanzia del medico Leonardo Cazzaniga e della compagna infermiera Laura Taroni, l'uno arrestato per quattro presunti omicidi volontari in corsia, l'altra per quello del marito, in concorso con il medico.

Secondo quanto precisato dal procuratore Fontana, una delle quindici posizioni potrebbe essere stralciata. Il primo ad essere convocato ma, d'intesa con la Procura, non presentatosi in caserma avvalendosi della facoltà di non rispondere e differendo il suo interrogatorio in un altro momento, è stato Nicola Scoppetta, il primario del Pronto soccorso di Saronno indagato per omessa denuncia e favoreggiamento relativi a sospette morti in corsia. Si è invece presentata spontaneamente dai carabinieri la dottoressa Elena Soldavini, la quale, indagata per omessa denuncia perché non avrebbe presentato un formale esposto di quanto sarebbe venuta a conoscenza sulle morti sospette dei familiari dell'infermiera arrestata, ha reso spontanee dichiarazioni. La dottoressa, stando alle carte giudiziarie, avrebbe in realtà presentato un esposto anonimo ai carabinieri di Cantù nel marzo del 2014, proprio riferendo sospetti circa i decessi nella famiglia della Taroni.

In ultimo, si è avvalso della facoltà di non rispondere Fabrizio Frattini: medico anestesista responsabile dell'unità di emergenza urgenza dell'ospedale di Saronno e componente della commissione interna del nosocomio a cui arrivarono le denunce degli infermieri sul presunto comportamento illecito del medico arrestato, è indagato per omessa denuncia e favoreggiamento. A prendere le difese di Leonardo Cazzaniga, fuori dalla caserma dei carabinieri, è stato suo cugino. «È una brava persona, un buon professionista, sono invidie sul posto di lavoro, come succede nelle aziende». L'uomo, che si è presentato come Giorgio, ad una domanda ha risposto: «non ho mai parlato con lui di eutanasia».

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