Saronno. Omicidi in corsia, i piani dell'infermiera per la strage: nell'elenco anche il cugino

Saronno. Omicidi in corsia, i piani dell'infermiera per la strage: nell'elenco anche il cugino
di Claudia Guasco
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Giovedì 1 Dicembre 2016, 12:42 - Ultimo aggiornamento: 13:34

SARONNO Per i due amanti non c'era problema che non si potesse risolvere con i farmaci. Il povero nonno Angelo Taroni era affetto da «decadimento cognitivo» e disturbava in casa. L'infermiera ha pronta la soluzione: una bella dose dell'antipsicotico Risperdal che «lo stordisce del tutto». Al telefono con Leonardo Cazzaniga si sfoga: «Adesso bisogna metterlo in riga, la deve finire di rompere i co...oni».

IL PIANO DIABOLICO
Laura Taroni ha una parola buona per tutti: odia la madre Maria Rita Clerici, che secondo la Procura sarebbe stata sottoposta al protocollo Cazzaniga, detesta il marito a tal punto da sbarazzarsi di lui. Entrambi rapidamente cremati, sostenendo con i parenti che quella fosse l'ultima volontà dei defunti. In realtà per rendere impossibili analisi sui resti: «Eh, a me che ca..o me ne frega, mi vengono a dire qualcosa? Tanto i corpi sono bruciati», afferma spavalda l'infermiera. Una sepoltura rapida per una lunga agonia. Massimo Guerra muore il 30 giugno 2013, il primo ricovero al pronto soccorso di Saronno risale al 12 novembre 2011. I due amanti gli fanno credere di avere il diabete e gli somministrano farmaci che lo spossano fino ad ammazzarlo. All'inizio della sua relazione con Cazzaniga, per la verità, la Taroni sceglie una soluzione meno drastica. Confida a una collega che «a volte mette nel caffè del marito degli antidepressivi per ottenere il calo della libido». In mensa chiede alla dottoressa Silvia Rogiani, cardiologa, quale sia il farmaco ipotensivo più forte.

«Così lo mette nel pesto di Massimo», confida. Il 12 agosto 2015 deve preparare la cena a Cazzaniga, i due ricordano la storia e ci scherzano su: «Va bene la pasta al pesto, mi raccomando eh... Possibilmente senza Entumin», ride lui. Con Massino non hanno avuto pietà. «I dati indicano in modo inequivocabile che non era diabetico. Era un paziente sano che necessitava solo di una dieta», mette a verbale la dottoressa Monza. Ma grazie ai farmaci, gli amanti inducono nell'uomo anomali sbalzi glicemici. Era il dottor Cazzaniga a prescrivere a Guerra, «con ricette vergate di suo pugno, il farmaco Metforal 1000», sempre lui ad aiutare Laura a contraffare le analisi. Arrivando, si legge negli atti, a sostituire con il suo sangue il contenuto delle provette prelevate al paziente. Riferisce la dottoressa Monza: «Vidi il dottor Cazzaniga con un batuffolo di cotone del tipo di quelli utilizzati dopo i prelievi». Massimo sta sempre peggio, ha attacchi di sonno «improvvisi e irresistibili», «ha sempre il passo pesante». La sorella pensa sia per il troppo lavoro, fino a che lui non si accascia per sempre sul volante del furgone, mentre va a vendere i prodotti della fattoria al mercato.

OPERAZIONE FAMILIARE
E solo il primo omicidio di un piano vagheggiato dall'infermiera per neutralizzare tutta la famiglia. Vuole uccidere Irma Guerra, sorella sordomuta del suocero, con una dose letale di Risperdal, nel frattempo le versa l'idraulico liquido sui pomodori. Discute con Cazzaniga della possibilità di eliminare con un miscuglio Adriana, anziana sorella della nonna. «Scusa, deve finire di rompere la min...a, le riempio la boccetta del talofen di Entumin», progetta lei. «E' una potenza eh! Stronca». Qualche spunto glielo offre anche il dottore. Riscontrando un ammanco di 50 euro che ritiene siano stati sottratti da Davide, un cugino di Laura, propone con disarmante naturalezza di ucciderlo: «Lo facciamo fuori, che sarebbe la soluzione migliore». E suggerisce anche di uccidere Giacomo Angelinetti, ex marito di una cugina dell'infermiera, colpevole di farsi ancora mantenere dall'ex moglie. Inezie, pontifica Cazzaniga con la sua amata commentando lo sfruttamento della prostituzione: «Altro che, perdonami il paragone, l'omicidio di tuo marito, questo è un deserti morale che prevederebbe lo sterminio».

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