Morti in corsia, il medico: «Per riesumare ci vogliono i fatti». Ma per il gip resta in cella

Morti in corsia, il medico: «Per riesumare ci vogliono i fatti». Ma per il gip resta in cella
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Lunedì 5 Dicembre 2016, 19:09 - Ultimo aggiornamento: 6 Dicembre, 15:17

È pronto a comparire davanti ai pm, e lo farà in settimana Leonardo Cazzaniga, il medico arrestato per le morti sospette all'ospedale di Saronno. Che volesse chiarire la sua posizione l'aveva annunciato nell'interrogatorio davanti al gip, che oggi ha respinto l'istanza di arresti domiciliari chiesti dalla difesa: l'anestesista rimane dunque in carcere. La sua linea difensiva è che che aveva somministrato farmaci ai pazienti, che poi morirono, per alleviare le sofferenze della loro malattia e che non aveva mai avuto intenzione di uccidere qualcuno. Il pm Cristina Ria e il procuratore Gian Luigi Fontana quando lo sentiranno, gli chiederanno conto anche di quel suo «monologo», dopo un incontro con l'amante infermiera Laura Taroni - arrestata perché, invece, è accusata con lui dell'omicidio del marito - in cui il medico riflette: «Dove sono i fatti? Dove sono le prove per riesumare i cadaveri? L'impianto accusatorio deve reggersi non su ipotesi banalmente campate in aria ma su prove concrete, su fatti... dove sono i fatti? Dove sono le prove per riesumare i cadaveri?».

Parallelamente alle indagini sui presunti omicidi in corsia proseguono anche quelle su chi sapesse ciò che avveniva in ospedale e per questo i carabinieri del Nucleo operativo di Saronno, su indicazione della Procura di Busto Arsizio, hanno acquisito documenti anche nella sede dell'Azienda Sanitaria Territoriale della cittadina del varesotto, cui fa capo l'ospedale di Saronno. Le prime acquisizioni risalgono a martedì scorso, ma oggi gli investigatori sono tornati per verificare altra documentazione. All'esame anche una conversazione intercettata in cui il direttore sanitario dell'ospedale, Roberto Cosentina e il direttore medico, Paolo Valentini, entrambi indagati, commentavano «l'improvvisata» di Cazzaniga e della Taroni in pronto soccorso per un brindisi la notte dell'ultimo dell'anno. I due giudicavano l'iniziativa dei due inopportuna, anche perché c'erano «delle robe strane».

Cosentina sottolineava come i due avessero «dei pessimi rapporti con tutto il resto dell'équipe. Con poi delle robe strane ... io mi ricordo di una roba raccontata a voce di un 31 dicembre che erano venuti qua a fare il brindisi, che forse ne parlavamo tu e io e dicevamo ... scusami ma come ti viene in mente di andare a fare il brindisi di Natale con la gente con la quale lavori, che si sta facendo il c... e con la quale hai pessimi rapporti? Il direttore sanitario aggiungeva:
«Questo seguito da tutte le leggende metropolitane ... e che l'ambiente sia bizzarro è poco ma è sicuro. Aggiungo e non mi stupisce che Nicola (Scoppetta, primario del Pronto soccorso, anch'egli indagato - ndr) oltre ad avere dei tratti simpatici, ma io non lo eleggerei primario dell'anno francamente ... secondo me fare il primario sia un'altra cosa».

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