Napoli, guerriglia contro Salvini: città devastata dai centri sociali

Napoli, guerriglia contro Salvini: città devastata dai centri sociali
di Gerardo Ausiello
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Domenica 12 Marzo 2017, 12:39 - Ultimo aggiornamento: 13 Marzo, 10:53

NAPOLI Guerriglia urbana per un comizio politico. Quello di Matteo Salvini, contestato da De Magistris e dai centri sociali e autorizzato dal Viminale perché «tutti hanno il diritto di manifestare e di parlare». Anche il leader della Lega Nord nella capitale del Sud. Ma la miscela è esplosiva e gli effetti sono drammatici. Per qualche ora Napoli si trasforma in un campo di battaglia. Gli scontri si concentrano soprattutto nel quartiere Fuorigrotta, nell'area della Mostra d'Oltremare, dove si tiene la contestata convention dei leghisti del Mezzogiorno.

Il corteo dei manifestanti anti-Salvini parte da lontano. Il raduno è alle 14 in piazza Sannazaro, dove accorrono centinaia di simpatizzanti di sinistra. L'ex pm si è sfilato ma al suo posto ci sono assessori e consiglieri comunali della maggioranza arancione. Appena il corteo si mette in moto, spuntano una cinquantina di black bloc, che saranno protagonisti di lì a poco degli scontri con le forze dell'ordine. E in effetti poche centinaia di metri più avanti, tra viale Kennedy e piazzale Tecchio, la tensione sale alle stelle. Manifestanti incappucciati provano a forzare il blocco difeso da polizia e carabinieri. È a questo punto che si scatena il caos. I black bloc lanciano sassi e molotov, una delle quali colpisce un blindato dei carabinieri. Gli agenti, in assetto antisommossa, rispondono con i lacrimogeni, ma i violenti non si fermano. Auto e cassonetti vengono dati alle fiamme mentre tra gli abitanti del quartiere si scatena il panico: i negozianti abbassano le saracinesche, la gente in strada cerca rifugio negli androni dei palazzi. Il bilancio è pesante: 3 arrestati e 3 fermati, tutti accusati di adunata sediziosa, lancio di oggetti pericolosi, lesioni e violenza a pubblico ufficiale. In ospedale finiscono in 26: 15 poliziotti e 11 carabinieri.

«CONIGLI»
All'interno, intanto, la convention leghista entra nel vivo. Salvini sale sul palco e attacca i manifestanti violenti: «Sono delinquenti». Non fa sconti neppure ai rappresentanti dei centri sociali: «Conigli». Ma il bersaglio principale delle sue invettive è De Magistris, di cui poi chiederà le dimissioni. Per il segretario della Lega ha gettato benzina sul fuoco fomentando i ribelli: «È scandaloso che un ex magistrato sfortunatamente sindaco, spero ancora per poco, si permetta di decidere chi può e chi non può venire a Napoli. Quello che ha dichiarato in questi giorni verrà portato in qualche Tribunale dove, magari, qualche magistrato più equilibrato di lui deciderà se può insultare o no». Poi Salvini lo sfida: «La prossima volta faremo il comizio in piazza del Plebiscito». Un preciso riferimento al tentativo di de Magistris di non far svolgere la manifestazione alla Mostra d'Oltremare. Questo accadeva l'altro ieri, quando, dopo la decisione dell'ente Mostra di rescindere il contratto con «Noi con Salvini», è intervenuto il Viminale, che ha chiesto alla Prefettura di obbligare la Mostra a concedere il Palacongressi. Cosa che è avvenuta al termine di un'estenuante trattativa, con il ministero dell'Interno che ha invano tentato di convincere Salvini a spostare il comizio in un altro luogo. Al segretario della Lega replica, a distanza, de Magistris, che parla di sé in terza persona: «Noi non abbiamo mai detto no Salvini a Napoli. Il sindaco ha semplicemente espresso la contrarietà ad un'iniziativa assolutamente inopportuna: la presenza alla Mostra d'Oltremare, in un luogo dell'amministrazione o comunque riconducibile all'amministrazione, di un esponente politico che si è distinto per apologia del fascismo, atteggiamenti xenofobi e razzisti. E che, all'insegna dello slogan Napoli colera, ha fatto della sua vita politica un atto di fede contro Napoli e il Sud».