La conferma della nuova 'tegola' sulla testa di Ryanair è arrivata da Bruxelles, dove il segretario permanente del sindacato CNE Yves Lambot ha spiegato che l'agitazione sarà a livello europeo e che l'obiettivo è ora far intervenire nella disputa anche la Commissione Ue, in particolare le sue responsabili a lavoro e trasporti Marianne Thyssen e Violeta Bulc. A questo scopo oggi c'è stato un incontro con i più stretti collaboratori dei due commissari al termine del quale i rappresentanti sindacali si sono detti soddisfatti. «Abbiamo presentato una lista di richieste, cui risponderanno a stretto giro. La Commissione ha riconosciuto che c'è un problema e si è impegnata ad agire per aiutare i lavoratori di Ryanair», ha riferito una sindacalista della Uiltrasporti.
La decisione di organizzare una nuova agitazione a livello europeo è scaturita dalla constatazione che «dopo le azioni di quest'estate nulla è cambiato, nulla si è mosso: le condizioni di lavoro rimangono le stesse», hanno denunciato i sindacati. La loro richiesta è semplice: «Gli stati devono obbligare Ryanair a rispettare la legge, come viene fatto nei confronti delle altre imprese multinazionali». In Italia parteciperanno gli aderenti di Uiltrasporti ma anche di Cgil. «Siamo pronti a fare un giorno di sciopero al mese finché la situazione non cambierà. Il movimento si sta rafforzando», ha avvertito il sindacato belga CNE. Ryanair comunque non si scompone, e contesta i «foschi e inaccurati titoli di stampa che riferiscono di un caos nei viaggi».
Secondo la compagnia, infatti, «la vasta maggioranza del personale di bordo in Europa lavorerà normalmente».
In Irlanda in 5 giorni di sciopero a non presentarsi al lavoro è stato solo il 25% del personale, consentendo così di garantire 280 voli sui 300 previsti, mentre in Germania la protesta di mercoledì ha raccolto il 30% di adesioni, con 250 voli su 400 partiti normalmente.
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