Ruby, i giudici: provato il sesso per soldi con Berlusconi. I legali del Cav: verdetto surreale

Silvio Berlusconi e Ruby
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Giovedì 21 Novembre 2013, 12:42 - Ultimo aggiornamento: 22 Novembre, 12:55

provato che l'imputato abbia compiuto assi sessuali con Ruby in cambio di ingenti somme di denaro e di altre utilit, quali gioielli. Lo scrivono i giudici di Milano nelle motivazioni della sentenza del processo Ruby a carico di Silvio Berlusconi, condannato a 7 anni di reclusione per concussione e prostituzione minorile.

«Sapeva che era minorenne». «Proprio la cronologia degli accadimenti oggetto del presente processo ed il chiaro contenuto dei dialoghi captati convergono nel fornire la prova, al di là di ogni ragionevole dubbio, della consapevolezza dell'imputato della minore età» di Ruby, scrivono inoltre i giudici.

«Ad Arcore collaudato sistema prostitutivo». Il tribunale di Milano ha ritenuto che «la valutazione unitaria del materiale probatorio illustrato evidenzi lo stabile inserimento» di Ruby «nel collaudato sistema prostitutivo di Arcore».

«Regista del bunga bunga». «Risulta provato (...) che il regista delle esibizioni sessuali delle giovani donne fosse proprio Berlusconi, il quale dava via al c.d. bunga bunga in cui le ospiti di sesso femminile si attivavano per soddisfare i decidere dell'imputato».

«Pesanti pressioni sulla questura». «Deve ritenersi» che il premier «intervenne pesantemente sulla libertà di autodeterminazione del capo di gabinetto e, attraverso il superiore gerarchico, sul funzionario in servizio quella notte in Questura (...) al fine di tutelare se stesso, evitando» che Ruby «svelasse l'attività di prostituzione» ad Arcore, sottolineano quindi i giudici ricostruendo le vicende che portarono alla liberazione di Ruby. Quando era premier e telefonò al capo di gabinetto della Questura per chiedere la liberazione di Ruby, «non ha esitato ad asservire la pubblica funzione ad un interesse del tutto privato (...) ossia il complessivo funzionamento di un sistema prostitutivo» ad Arcore, si legge nelle motivazioni.

«Abuso della qualità di premier». «Berlusconi, abusando della propria qualità di Presidente del Consiglio dei Ministri, ha costretto Pietro Ostuni a dare disposizioni ai funzionari della Questura di Milano di rilasciare» Ruby, «affidandola a Minetti Nicole». Lo scrivono i giudici di Milano nelle motivazioni della sentenza a carico dell'ex premier.

«Duplice vantaggio». Non solo: l'allora presidente del Consiglio ha chiamato «al fine di ottenere per sé un duplice vantaggio: da un lato la ragazza veniva in tal modo rilasciata» in modo da poter «continuare indisturbata a frequentare la privata dimora di Arcore e dall'altro (Berlusconi, ndr) evitava che la stessa potesse riferire alle forze dell'ordine e alle assistenti sociali di aver compiuto atti sessuali a pagamento con lo stesso imputato, garantendosi così l'impunità». Parlando del reato di concussione, ossia delle pressioni di Berlusconi per la liberazione di Ruby, i giudici di Milano sottolineano «la sproporzione tra l'intensità e la costrizione, proveniente dalla seconda carica istituzionale dello Stato, rispetto allo scopo avuto di mira, nel caso di specie il rilascio di una prostituta di 17 anni».

«Pagò i testi». Berlusconi ha una «capacità a delinquere (...) consistita nell'attività sistematica di inquinamento probatorio a partire dal 6 ottobre 2010 attuata anche corrispondendo» a Ruby «e ad alcune testimoni ingenti somme di denaro».

I legali del Cav: «Sentenza surreale». «Una sentenza surreale, in totale contrasto con gli elementi probatori, con la logica, con i fondamentali principi di diritto e con la giurisprudenza della Corte di Cassazione». È quanto dichiarano l'avvocato Piero Longo e l'avvocato Niccolò Ghedini, legali di Silvio Berlusconi, commentando le motivazioni della sentenza Ruby. «Ruby ha sempre negato fin dal primo momento qualsiasi atto sessuale con il Presidente Berlusconi e qualsiasi dazione di denaro a ciò rivolta. La teste ha sempre ribadito che il Presidente era inconsapevole, comunque, della sua minore età», dicono i legali di Berlusconi che aggiungono: «La condanna ad un cittadino a sette anni di reclusione in un processo dove tutte le asserite persone offese ne attestano l'innocenza, compresi i funzionari di Ps, è davvero un fatto che poteva accadere soltanto a Berlusconi». «Anche con tutta la migliore volontà accusatoria non sarà possibile confermare questa sentenza nei gradi successivi di giudizio», sottolineano.

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