Operazione Ros a Roma, Alfano: smantellata potenziale cellula Isis

Angelino Alfano
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Sabato 12 Marzo 2016, 13:44
La prevenzione nei confronti di soggetti pericolosi è strategicamente essenziale per abbassare il livello di rischio terrorismo in Italia. Lo sostiene il ministro dell'Interno Angelino Alfano commentando l'operazione anti-Isis del Ros che, aggiunge, «ha sradicato una potenziale cellula jihadista in Italia, con una ricostruzione che ne ha disegnato i precedenti contatti e le connessioni con il mondo dei foreign fighters».

«L'attività di prevenzione e di monitoraggio si rivela ancora una volta essenziale per fermare i soggetti pericolosi prima della partenza per i teatri di guerra - spiega Alfano - con il preciso obiettivo di impedire loro l'acquisizione delle tecniche terroristiche che rientrando in Occidente potrebbero mettere in atto». «È un lavoro prevalentemente silenzioso - aggiunge il ministro - che si svolge nell'ombra, ma che è strategicamente essenziale per abbassare il livello di rischio che, è bene ripeterlo, comunque non può mai arrivare a zero. Ma il lavoro eccellente dei nostri uomini, dei magistrati, la forza della collaborazione internazionale, abbattono giorno per giorno il livello del rischio possibile». «Il nostro decreto antiterrorismo, in particolare -dice Alfano - ha consentito di affinare gli strumenti del sistema Paese nella lotta al terrorismo internazionale, tramite l'applicazione di norme già utilizzate nel contrasto alla mafia. Quindi, più strumenti alle Forze di Polizia per svolgere al meglio il loro delicato e complesso lavoro e più strumenti ai magistrati per fronteggiare le nuove strategie terroristiche».

Il ministro Alfano, che si è complimentato, in una cordiale telefonata, con il Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri, Tullio Del Sette, ha sottolineato: «Dopo una lunga e meticolosa attività di pedinamenti e intercettazioni, analisi di documenti, materiale informatico, tabulati telefonici e telematici, l'operazione dei Ros si è conclusa con due ordinanze di custodia cautelare per associazione con finalità di terrorismo. La prima nei confronti di un cittadino macedone, Karlito Brigande, già in carcere nel nostro Paese dal novembre scorso perchè raggiunto da un mandato di cattura internazionale e scoperto, attraverso i messaggi anche sonori ritrovati nel suo telefonino, in stretto contatto con un foreign fighters tunisino, Firas Barhoumi, raggiunto dalla seconda ordinanza, che combatteva in Iraq dove Brigande si prestava a raggiungerlo. L'italiano la lingua prescelta perchè i due, di nazionalità diversa, avevano avuto in comune la permanenza in carcere in Italia».

«La stessa operazione ha, inoltre, portato all'arresto, stanotte, a Roma, di un altro cittadino macedone, Abduls Kurtishi, legato a Brigande e sul quale pendeva un altro mandato di cattura internazionale, evaso da un penitenziario macedone e considerato anche un »facilitatore« perchè in possesso di documenti falsi» conclude Alfano.
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