Roma faccia squadra contro il declino: modello Totti

di Mario Ajello
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Martedì 30 Maggio 2017, 00:05
Si è rivelato uno spettacolo straordinario e mai visto, popolare in senso buono, quello che è andato in scena in questi giorni e sembra voler continuare ancora. Tutti con Totti, tutti per Totti. Una sorta di plebiscito. Una grande rappresentazione di passione e di orgoglio, perfino di sana gelosia, per il simbolo calcistico, ma il calcio è metafora di tutto, di una città che sa essere campione. Nel diluvio di tributi e di amore, la storia di questo figlio prediletto della romanità finisce, ancora più di sempre, per appartenere a ognuno. Abbiamo assistito e partecipato insomma a una cerimonia laica di riconoscimento e di identificazione dei romani nel proprio Capitano che - sia pure con qualche eccesso di retorica - ha dato al mondo e a noi stessi l’immagine di una città che come una grande famiglia supera le divisioni. E si riunisce intorno a quello che un tempo era il suo Pupone, poi è diventato il suo santo protettore ma è anche di più.

Totti rappresenta un modello, è il Modulo Totti: fatto di sapienza popolare e di pragmatismo, di attaccamento alla maglia (non è mai voluto andare altrove) e di patriottismo capitolino, di spirito super-partes (non si è mai schierato, anche se tempestato di richieste di endorsement), di generosità e di totale assenza di spirito polemico e divisivo. Ed è il Modulo Totti quello che Roma dovrebbe imboccare, come strada che porti questa città fuori dal declino e la conduca verso una stagione di rinascita.

L’entusiasmo di questi giorni per il numero dieci è stato di natura trasversale e onnicomprensiva. Ha riunito giovani e anziani, uomini e donne, gente di destra e gente di sinistra, laici e cattolici, ricchi e poveri, super-vip ed everymen, tifosi sfegatati e cuori più tiepidi, quiriti e immigrati («Totti es puro sientimento», twittano gli ispanici), e perfino (in parte) juventini e laziali. Unanimismo e condivisione: che bello! Così bello che questo sentimento per Totti, e per ciò che egli rappresenta, non può restare l’unica passione condivisa. La stessa foga rivolta al nostro più grande campione dei “circenses” andrebbe replicata anche fuori dal mondo del calcio e applicata pure al “panem”: cioè al futuro di Roma. Ecco, questa città riversi su se stessa l’amore che ha riversato su Totti. Sarebbe la migliore cura anti-declino. E guarda caso, l’attaccamento al campione è esploso in tutta la sua forza proprio nei giorni in cui Roma cerca con ogni sforzo di trattenere quaggiù il meglio della propria industria che sennò finisce, come in parte sta accadendo, a Milano. Il Modulo Totti per l’Urbe è anche questo: valorizzare il meglio che abbiamo, tenercelo stretto ed evitare che si disperdano energie ed eccellenze che a questa città servono al massimo grado.

Ma c’è da essere fiduciosi guardando lo spettacolo del Tutti con Totti, perché i romani in questo frangente si sono scoperti capaci di fare squadra per il loro Capitano e con la stessa benzina emotiva, tradotta in spirito civico, potrebbero e dovrebbero fare squadra per la loro Capitale. Bisognosa di ogni risorsa e di rinnovato orgoglio, per essere risvegliata e ricollocata pienamente nel rango di grande metropoli che le spetta.

Le doti di dedizione e di serietà che tutti riconoscono in Totti non sono in fondo quelle che appartengono a molti romani e che i romani - a prescindere dal pallone - dovrebbero rintracciare in se stessi e mettere a disposizione del luogo in cui vivono e da cui dipendono gran parte delle sorti italiane? Si è sempre detto in questi anni, mentre la politica boccheggiava e si avvinghiava nella sua auto-referenzialità rivelatasi pericolosa e anche criminale, che i cittadini a cominciare dalle élites professionali e culturali dovessero uscire dalla propria indifferenza, dall’ignavia e dall’abbiocco, cioè dalla paura, per dare una mano e per assumersi responsabilità. E soprattutto, per riconoscersi come una comunità riunita su certe cose. Questo ora lo hanno fatto, è più facile farlo intorno a un idolo sportivo che nell’impegno “politico”, ma il carburante ha dimostrato di esserci e il motore di Roma deve giovarsene. Perché se Totti di partite ne ha giocate tante, per l’Urbe le partite non finiscono mai. Ma se affrontate con il giusto coraggio, con una forte generosità pratica e con uno spogliato ben motivato, Roma come la Roma può diventare presto un’eccellenza da Champions League.

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