Roma, complotto contro segretario generale Difesa: «Minacce per pregiudicare carriera»

Roma, complotto contro segretario generale Difesa: «Minacce per pregiudicare carriera»
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Mercoledì 15 Giugno 2016, 20:58 - Ultimo aggiornamento: 16 Giugno, 15:05
Un «complotto» per tagliare fuori dall' Aeronautica il generale Carlo Magrassi, prima consigliere militare del Premier Renzi e, poi, Segretario generale della Difesa. Lo avrebbe ordito, secondo quanto ipotizzato dal procuratore militare di Roma, Marco De Paolis, l'allora capo di Stato maggiore dell'Arma Azzurra, Pasquale Preziosa, con la complicità del suo capo ufficio, il generale Giampaolo Miniscalco e con il suo consulente giuridico, il colonnello Antonio Di Lella. La procura ha chiesto il rinvio a giudizio per tutti e tre gli ufficiali per concorso nel reato di «minaccia a un inferiore per costringerlo a fare un atto contrario ai propri doveri», ma il gup ha oggi mandato a processo (il 26 settembre) il solo generale Preziosa, disponendo il «non luogo a procedere» per Miniscalco e Di Lella.

Contro il proscioglimento dei due ufficiali il procuratore De Paolis farà ricorso per Cassazione. I fatti si verificano in un periodo compreso tra il febbraio 2014 e l'agosto 2015, quando Preziosa e gli altri due imputati, avvalendosi «della forza intimidatrice derivante dall'incarico apicale rivestito dal capo di Stato maggiore», avrebbero «reiteratamente» minacciato di compromettere la carriera di alcuni ufficiali se non avessero attuato determinate condotte funzionali a
«pregiudicare professionalmente» il generale Magrassi. Senza peraltro riuscirvi, visto che Magrassi, all'epoca consigliere militare del presidente del Consiglio, è poi diventato Segretario generale della Difesa-Direttore nazionale degli armamenti, di fatto la seconda carica più importante tra i vertici delle Forze armate.

L'inchiesta ha preso le mosse da un dossier anonimo
«asseritamente» giunto all' Aeronautica nell'aprile del 2015 e subito girato all'autorità giudiziaria. In esso si denunciava la presunta «inidoneità al volo» del generale Magrassi, cosa che ne avrebbe appunto pregiudicato la carriera. Ma il documento, invece che danneggiare Magrassi, ha travolto Preziosa. Le indagini della procura militare hanno infatti accertato che «in concomitanza con la probabile candidatura del generale Magrassi ad alti incarichi», nel corso del 2014, il generale Preziosa aveva convocato »ripetutamente« nel suo ufficio il generale Domenico Abbenante, direttore dell'Istituto di medicina aerospaziale dell' Aeronautica militare, in procinto per essere promosso al grado di generale ispettore, dandogli «chiare disposizioni di formulare nei confronti del generale Magrassi giudizio di non piena idoneità al volo».

Tutto ciò,
«dando ad intendere» ad Abbenante che, se non lo avesse fatto, «avrebbe subito un grave pregiudizio in termini di sviluppo di carriera».
Anche Miniscalco (che oggi è stato prosciolto) avrebbe esercitato
«analoghe indebite intimazioni», dicendo che Magrassi doveva essere «tagliato fuori dall'Arma», ma il risultato è stato diverso: il 27 febbraio 2015 Abbenante formula nei confronti di Magrassi un giudizio di «piena idoneità al volo». E il 5 marzo successivo viene rimosso dall'incarico. Poco dopo, l'8 aprile, spunta il dossier anonimo in cui si denuncia l'inidoneità di Magrassi. Il documento non solo viene immediatamente girato alla procura, ma Preziosa incarica anche il comandante logistico di predisporre una «urgente relazione» sulle circostanze in esso riferite: relazione di cui si occupano i vertici del Servizio sanitario dell' Aeronautica, che restano dell'avviso della idoneità di Magrassi. Ma il colonnello Di Lella, secondo l'accusa, «si sostituiva materialmente» al generale incaricato della stesura della relazione medica e «assicurava una chiave di lettura potenzialmente pregiudizievole a Magrassi».

Di Lella, però, oggi è stato prosciolto. Sempre secondo il capo di imputazione, anche nella relazione trasmessa all'autorità giudiziaria si sarebbe
«dato falsamente ad intendere che i contenuti dell'esposto fossero, almeno in parte, rispondenti al vero». Non solo. Contro Magrassi lo Stato maggiore fa partire anche una segnalazione alla Corte dei conti, per il presunto danno erariale relativo al riconoscimento di un'idoneità di volo non dovuta. Gli imputati hanno sempre respinto gli addebiti e Preziosa ha presentato una denuncia per calunnia nei confronti dei suoi accusatori. Di questo aspetto si sta occupando la procura ordinaria, che indaga anche sull'ipotesi di reato di abuso d'ufficio.
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