I gudici sottolineano che alcuni cuccioli, che si erano ammalati, erano stati "stipati" in una stanza separata, che perdeva acqua dal soffitto. Un cagnolino agonizzante, poi deceduto, era stato addirittura nascosto in un freezer in disuso. L'imputato aveva anche sottoposto gli animali a vaccinazioni premature, provocando la morte di 30 cuccioli. La Cassazione ha confermato la sentenza emessa dalla Corte di Appello di Milano il 14 luglio del 2016. La condanna di primo grado era invece stata disposta nel dicembre 2014 dal Tribunale di Lodi.
Gli ermellini hanno respinto la richiesta dell'imputato di avere uno sconto di pena e le attenuanti.
A motivare la decisone dei giudici, si legge nella senenza, «l'assenza di resipiscenza, la sussistenza di un precedente penale specifico, l'elevato numero di cuccioli coinvolti, la gravità dei maltrattamenti, il contesto di commissione delle condotte». Confermata anche una provvisionale di 15mila euro in favore della Lav, che si era costituita parte civile nel processo.
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