Nei confronti del poliziotto sono scattati gli arresti domiciliari. Al vaglio degli investigatori della Polaria, le richieste di assenza dal servizio per malattia dell'indagato che ha presentato per un anno e precisamente dal 2 gennaio al 10 dicembre del 2015. Secondo le accuse il poliziotto avrebbe simulato e aggravato patologie di origine professionale in maniera non solo da indurre in errore i medici che emettevano i certificati, ma anche per evitare servizi e avere giorni di malattia. Stando a quello che sarebbe emerso dalle indagini, l'obiettivo del poliziotto era quello di ottenere un'indennità dal Ministero dell'Interno, per la patologia di servizio: una lombosciatalgia cronica con artrosi al disco lombosacrale.
Una malattia dolorosa che - come documentato dagli investigatori della Polaria - non avrebbe però impedito, in più occasioni, all'indagato di prendere parte ad altre attività, come tornei di tennis e concerti.
L'agente, che secondo la legge Brunetta ora rischia il licenziamento in tronco, è ai domiciliari ed è indagato per truffa ai danni dello Stato, false dichiarazioni in ambito lavorativo compresi i certificati medici. È difeso dall'avvocato Massimiliano Orrù. Già nel settembre del 2016, la polizia di frontiera di Rimini aveva indagato un agente, 53 enne originario di Bari, assistente capo alla Polaria, finito ai domiciliari perché si fingeva malato per andare prima del tempo in pensione.
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