Premi e penalità per scoraggiare i “dritti”, ecco dove l’assenteismo è stato sconfitto

Premi e penalità per scoraggiare i “dritti”, ecco dove l’assenteismo è stato sconfitto
di Diodato Pirone
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Domenica 4 Gennaio 2015, 21:39 - Ultimo aggiornamento: 6 Gennaio, 12:37
A Capodanno nella Capitale hanno disertato 767 vigili sui 900 previsti e ben 17 macchinisti della metro Atac sui 24 comandati. A Napoli hanno dato forfait 182 netturbini sul migliaio di turno. A Bari sono mancati all’appello 109 autisti di bus su 417. Insomma, una Caporetto di amoralità diffusa ha colpito tutte le grandi città del Sud.





Una sconfitta amara per i meridionali, involontariamente messa in risalto il giorno dopo da un sibillino comunicato della Cgil Funzione pubblica di Bologna che recitava più o meno così «nonostante il contenzioso con il Comune segnaliamo che il 31 dicembre hanno prestato servizio 66 vigili sui 66 previsti».



Ma l’Emilia ”de sinistra” e ligia al senso del dovere e all’efficienza dei servizi è davvero così tanto distante dal Mezzogiorno sul fronte dell’assenteismo? Il 31 dicembre, proprio in quella Bari che registrava l’ennesimo trionfo di assenze nel trasporto pubblico, la raccolta dei rifiuti ha funzionato quasi come un orologio svizzero. L’Amiu, così si chiama l’azienda barese della raccolta rifiuti, ha registrato solo 35 assenze su 800 dipendenti.



«Dodici per la legge 104 sull’assistenza ai parenti infermi e 23 per malattia. Siamo stati sotto il due per cento», ha spiegato a Repubblica/Bari un gongolante Gianfranco Grandalino, presidente dell’Amiu. Il segreto? La municipalizzata ha concordato con i sindacati un contratto aziendale con premi e penalità che scoraggia i furbetti. In pratica gli operatori ecologici baresi che si assentano per qualunque motivo nei giorni che precedono o seguono una festività non ha diritto al lavoro festivo. Che è ambito perché è pagato molto bene. All’Amiu, insomma, le regole sono chiare: chi si assenta perde parecchi soldi.



I CASI Ma c’è un’altra realtà meridionale, questa volta privata, famosa in passato per il suo altissimo tasso d’assenteismo (arrivò alla media annuale del 21% negli anni ’80) che oggi è ha cambiato registro: lo stabilimento Fiat di Pomigliano. L’anno scorso i circa 2.500 operai di questa fabbrica che lavorano (altri 2.000 sono in solidarietà) hanno assemblato 155.000 esemplari della Panda facendo registrare una media d’assenteismo nipponica, l’1,8%.



Come è stato possibile un tale salto di qualità? «Perché oggi gli operai non sono più abbandonati a se stessi», spiega Ferdinando Uliano, responsabile delle fabbriche Fiat per la Fim-Cisl. «Fiat ha rivoluzionato l’organizzazione del lavoro - continua Uliano - Ora la gente lavora meglio e, anche se questo processo non è ancora sufficiente, si sente seguita e in alcuni casi anche valorizzata». Il nuovo sistema di lavoro della Fiat di Pomigliano è incarnato da una nuova figura operaia, il team leader. Si tratta di un caposquadra che, pur con un contratto operaio, non lavora con le mani ma bada che tutto fili liscio per il suo team di sei colleghi.



Il team leader ha il potere di concedere permessi e deroghe ma è anche un amico e, spesso, una specie di fratello maggiore. E così un operaio della squadra ci pensa due volte prima di assentarsi perché sa che il suo team leader dovrà sostituirlo in linea se necessario. Un’altra delle molle dell’eliminazione dell’assenteismo a Pomigliano è la riduzione della catena gerarchica. In fabbrica tutti, direttore compreso, vestono la stessa tuta di lavoro e gli impiegati sono stati collocati in uno spazio che affianca, sepratao da un cristallo, gli operai in linea di montaggio. Impiegati e operai lavorano gomito a gomito.



La Fiat, però, non usa solo la carota ma anche il bastone. Nella fabbrica dei furgoni Ducato, in Abruzzo, dove l’assenteismo oscilla fra il 6 e l’8%, proprio ieri 20 operai sono stati raggiunti da una lettera durissima nella quale l’azienda segnala che stanno facendo troppe assenze e che «pur rispettando i certificati medici stiamo pensando ad iniziative da prendere». Una minaccia non troppo velata di licenziamento. Si torna alla carota in Ferrari dove chi non si assenta neanche un giorno riceve il 5% in più del premio annuale di 4.000 euro.



Mentre un’azienda romana, l’Almaviva, per stoppare i furbi fra i suoi addetti ai call center usa la tecnologia: i dipendenti hanno in dotazione un codice elettronico per entrare in azienda e usare il computer.
Possono anche darlo a un collega per risultare presenti ma se poi il loro computer non lavora scattano le sanzioni.
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