Reggio Calabria, spara in aria al congresso di Magistratura democratica: catturato

Reggio Calabria, spara in aria al congresso di Magistratura democratica: catturato
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Sabato 28 Marzo 2015, 20:46 - Ultimo aggiornamento: 30 Marzo, 11:02
Ha percorso più di mille chilometri a bordo della sua vecchia auto Suzuki senza lunotto, diventata per giorni la sua casa, per arrivare a Reggio Calabria e sparare due colpi di pistola in aria a pochi metri dal teatro Cilea, in mezzo a carabinieri e poliziotti in servizio di vigilanza al congresso di Magistratura democratica a cui stava partecipando il ministro della Giustizia Andrea Orlando. Un gesto, quello di Fausto Bortolotti, sessantunenne di Cene (Bergamo) residente a Ventimiglia (Imperia) al momento ancora senza un perchè ma che ha creato lunghissimi momenti di tensione. Tensione che si è sciolta col passare dei minuti, quando ha cominciato a delinearsi la personalità dell'autore: uno squilibrato, come le forze dell'ordine hanno riferito allo stesso Orlando.

«Un poveraccio - ha aggiunto il ministro - che è stato trovato in stato di alterazione mentale». Tutto si è svolto in pochi minuti, verso le 16.30. Bortolotti, giunto a una ventina di metri dal teatro, rimanendo in auto, ha sparato in aria un primo colpo, poi, superata una delle auto di scorta ai magistrati parcheggiata, ha esploso il secondo colpo. Quindi ha cercato di allontanarsi. Gli agenti lo hanno bloccato ancora dentro la vettura e gli hanno strappato di mano la pistola 7.65 detenuta illegalmente con ancora un colpo in canna e altri 4 nel serbatoio. Lui non ha fatto una piega, non ha opposto resistenza ed è sceso dal Suzuki per essere preso in consegna da una pattuglia dei carabinieri ed ammanettato. Con un giubbotto giallo ed un cappellino verde con visiera sulla testa si è messo seduto nella «gazzella», apparentemente indifferente a quanto avveniva attorno a lui. Sul posto sono giunti gli artificieri della polizia che hanno ispezionato la vettura, poi gli agenti della scientifica. Ma nell'auto sono stati trovati solo scarti di cibi consumati, carte, bottiglie vuote, oltre a caramelle e profilattici. «Sembra una cuccia», è stato il commento di un investigatore.



Sul posto è giunto anche il questore Raffaele Grassi. Passato l'allarme, gli investigatori cercano adesso di risalire al movente del gesto che lo stesso autore, apparso ubriaco, non ha voluto chiarire chiudendosi nel mutismo. Una delle ipotesi è che Bortolotti - già noto alle forze dell'ordine per furto e danneggiamento - possa avere agito con un gesto dimostrativo per una forma di risentimento nei confronti della giustizia a causa di una questione personale dopo avere saputo della presenza di Orlando in città. Il ministro dell'Interno Angelino Alfano ha subito telefonato ad Orlando, per esprimergli affettuosa vicinanza.



«Qualunque sia stato il movente - ha detto Alfano - è stato un gesto gravissimo e per questo non sarà sottovalutato. Ringrazio le forze dell'ordine per il pronto intervento». Ringraziamento espresso anche dallo stesso Orlando «non tanto per la mia incolumità - ha detto - quanto per la sicurezza delle altre persone, visto che gli spari sono avvenuti in una strada in pieno centro».



Il ministro, in precedenza, intervenendo nel dibattito di Md, aveva detto che «se il processo resta così, quei termini di prescrizione sono giustificati.
Se diventa più rapido, possono anche essere rivisti. Una valutazione però va fatta quando avremo il testo definitivo sull'anticorruzione e l'incardinamento del testo sul processo». Prima di lui era intervenuta la leader della Cgil Susanna Camusso che si è detta sconcertata «per il fatto che si continui a dire che il provvedimento anti-corruzione è la priorità del Paese e poi sono due anni che si discute se farla o no. Non si sono avuti tanti scrupoli nel cancellare i diritti dei lavoratori».
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