Reggio Calabria, arrestati due boss della mafia e della 'ndrangheta per gli attentati contro i carabinieri

Reggio Calabria, arrestati due boss della mafia e della 'ndrangheta per gli attentati contro i carabinieri
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Mercoledì 26 Luglio 2017, 09:14 - Ultimo aggiornamento: 27 Luglio, 19:54

Due boss di mafia e 'ndrangheta - il capo mandamento del rione Brancaccio di Palermo Giuseppe Graviano (fedelissimo di Totò Riina), e Rocco Santo Filippone, legato alla potente cosca di 'ndrangheta dei Piromalli di Gioia Tauro - sono stati arrestati stamattina in un'operazione della Polizia di Stato, coordinata dalla Dda di Reggio Calabria. Sono ritenuti i mandanti dei tre attentati compiuti contro i Carabinieri di Reggio, in cui due militari morirono e altri due rimasero feriti. All'operazione partecipano anche i Carabinieri.

Nel primo attentato, il 18 gennaio 1994, morirono gli appuntati Antonino Fava e Giuseppe Garofalo; nel secondo, l'1 febbraio 1994, furono feriti l'appuntato Bartolomeo Musicò ed il brigadiere Salvatore Serra; il 1 dicembre 1994 rimasero miracolosamente illesi il carabiniere Vincenzo Pasqua e l'appuntato Silvio Ricciardo. Nell'ambito dell'operazione sono in corso di esecuzione anche numerose perquisizioni in diverse regioni d'Italia. Le operazioni sono eseguite dalla squadra mobile di Reggio Calabria, dal Servizio centrale antiterrorismo e dal Servizio centrale operativo della Polizia di Stato e partecipano anche i Carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria.

 


Dall'indagine è emerso che la 'ndrangheta fu protagonista, al pari della mafia, nell'attacco allo Stato portato tra il 1993 ed il 1994 in quella che fu definita la stagione delle «stragi continentali» con gli attentati di Firenze, Milano e Roma. L'operazione, non a caso, è stata denominata dagli inquirenti "'Ndrangheta stragista". La Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria ha ricostruito - attraverso l'apporto di nuovi e fondamentali elementi raccordati e collegati fra loro - le causali del duplice omicidio del 18 gennaio 1994 e dei due tentati omicidi dei Carabinieri dell'1 dicembre 1993 e dell'1 febbraio 1994.

Gli attentati, riferiscono gli investigatori, si inquadrano nel contesto della strategia stragista che ha insanguinato il Paese nei primi anni '90 e in particolare nella stagione definita delle «stragi continentali». Protagonista di quella stagione, secondo quanto emerso dalle indagini, non fu solo Cosa Nostra (che tuttavia ebbe il ruolo operativo fondamentale nei termini già ampiamente descritti dalle sentenze di altre autorità giudiziarie) ma anche la 'ndrangheta. Gli attentati contro i carabinieri, secondo inquirenti ed investigatori reggini, non vanno letti ciascuno in maniera singola ed isolata, ma vanno inseriti in un contesto di più ampio respiro e di carattere nazionale nell'ambito di un progetto criminale, la cui ideazione e realizzazione è maturata non all'interno delle cosche di ' ndrangheta, ma si è sviluppata attraverso la sinergia, la collaborazione e l'intesa di organizzazioni criminali, che avevano come obiettivo l'attuazione di un piano di destabilizzazione del Paese anche con modalità terroristiche.

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