La nuova violenza/ Quando l’illegalità non ha colore

di Paolo Graldi
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Mercoledì 7 Dicembre 2016, 00:05
Parliamoci chiaro: contro i diritti legalmente riconosciuti la forza bruta della protesta non deve prevalere. È un principio semplice, chiaro e insieme fermissimo. Non ci sono scavalcamenti possibili e mostrare i pugni, minacciosamente, non basta e non serve.

La legge deve avere la meglio. Giova ricordarlo perché fiammelle di guerriglia, dimostrazioni muscolari, piazzate organizzate da club sociali che forse sono clan che spadroneggiano nei territori compaiono qua e là con preoccupante frequenza. Quel che è accaduto a San Basilio, periferia difficile e troppo spesso colpevolmente trascurata, accende un campanello d’allarme che va ascoltato: a una famiglia di marocchini è stato impedito di prendere possesso di un appartamento dell’Ater assegnato nel rispetto della legge. Per contro gli inquilini abusivi di quell’alloggio hanno fronteggiato la richiesta utilizzando una solidarietà dei vicini che è sfociata ben presto in lampi di razzismo: «Non vogliamo negri né stranieri qui, ma soltanto italiani, via i negri, tornatevene a casa in gommone». Parole grosse, insensate, ma anche insulti e spintoni verso i caschi bianchi del Gruppo Sicurezza Emergenziale: arriveranno le denunce. 

La famiglia scacciata: lui operaio, tre figli (uno, tre, sette anni), dodicimila euro di reddito, regolare richiesta di alloggio, assegnato con forza di legge, titolare di un diritto, dunque. In Campidoglio si sono svegliati e si dicono determinati a sbarrare la strada alla chiassosa protesta. L’idea dell’accoglienza fai da te, della selezione a simpatia degli stranieri e dei diritti filtrati dal razzismo strisciante va stroncata sul nascere, prima che produca pericolosi contagi. La legalità non è uno stato d’animo, è un perimetro dentro il quale dobbiamo ritrovarci tutti. E chi sta fuori lo fa a proprie spese. 

C’è il sospetto e forse è più di sospetto che la gazzarra sia stata organizzata, che la difesa degli occupanti dell’alloggio abusivo per impedire l’accesso alla famiglia che ne aveva titolo, sia stata organizzata da una sorta di tam tam nel territorio raccolto per fare massa critica da parte di personaggi conosciuti, avamposto di un rifiuto becero e inconciliabile. La famiglia in questione non se la è sentita di affrontare una ostilità tanto fragorosa e minacciosa ed ha rinunciato a quel sogno tanto accarezzato, una sistemazione dignitosa, appena dignitosa dopo anni di attesa, di liste infinite di attesa.

La situazione abitativa a Roma, lasciata andare per anni e anni, come se potesse risolversi da sola, ha prodotto metastasi gravi che vanno sanate, caso per caso dove si può ma soprattutto attraverso una riconsiderazione generale di una disagio profondo e diffuso, questo sì all’origine di tante piccole e meno piccole illegalità. Nel tempo si è andato consolidando il principio secondo il quale la illegalità dei comportamenti non è confutabile solo perché il tempo lasciato scorrere l’ha pietrificata. L’ha trasformata in un diritto acquisito che si contrappone ad altri diritti acquisiti attraverso il binario del rispetto della legge. Il bubbone dilaga e produrrà anche nel futuro pesanti contrapposizioni e tuttavia il tema non può essere lasciato alla deriva di protagonismi e di prove di forza: L’episodio di ieri, ancora circoscritto nella sua minacciosa determinazione, deve essere fermato sul nascere proprio per evitare l’effetto contagio e per scongiurare in modo serio la sfida che esso contiene e che potrebbe riproporsi altrove ed anche in maniera più grave. Il Campidoglio chiarirà presto, sperabilmente, i termini della questione di San Basilio ma è del tutto evidente che l’emergenza abitativa, l’arrembaggio agli alloggi, la determinazione a difendere i territori occupati a dispetto dei piani e delle regole hanno necessità di una risposta politica urgente e complessiva. E’ dalla improvvisa esplosione di piccoli ma allarmanti episodi che serve trarre gli elementi per imporre con gli strumenti della ragionevolezza la forza dei diritti. Il passato non ha lezioni da darci, purtroppo. Tuttavia ne sappiamo abbastanza per non ricadere negli stessi errori.
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