Quarto, i 5Stelle sapevano tutto
E Capuozzo: non dite nulla ai pm

Quarto, i 5Stelle sapevano tutto E Capuozzo: non dite nulla ai pm
di Sara Menafra
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Martedì 12 Gennaio 2016, 09:09 - Ultimo aggiornamento: 09:37

Nei giorni scorsi sono apparsi a dir poco stupiti da quanto accadeva a pochi chilometri da Napoli, nel piccolo e sovrapopolato comune di Quarto. Ma le informative allegate all’inchiesta sono chiare e in molti passaggi ermerge come i vertici del partito pentastellato sapessero da tempo che l’amministrazione comunale e il suo sindaco Rosa Capuozzo subivano pressioni che potevano portare al commissariamento. E sembrano aver coscienza anche del ruolo del più votato tra i loro eletti, quel Giovanni De Robbio ora accusato di aver accettato anche i voti di imprenditori in odore di camorra e di aver ricattato il sindaco Capuozzo. Di certo, la sindaca, considerata una vittima delle pressioni di De Robbio, si rivolgeva direttamente sia al senatore Roberto Fico, sia al parlamentare Luigi Di Maio.

 

LA TELEFONATA E’ il 24 novembre, il giorno precedente il primo interrogatorio a cui sarà sottoposta la sindaca. E al telefono con la consigliera Concetta Aprile, Rosa Capuozzo già accenna al fatto che ”dall’alto” le sue scelte potrebbero essere commissariate: «L’urbanistica e lavori pubblici oltre al Puc (Piano urbanistico cittadino ndr), queste sono le tre cose a cui mira e sta sclerando, perché scalcia scalcia ma non sta ottenendo niente, ricatta ricatta ma non ottiene niente perché io vado comuque come un muro. Quando gli dissi ”verranno messi dall’alto”....(il riferimento è agli assessori competenti sulle materie interssanti per De Robbio) perché hai problemi con il direttorio? Non ti piace Di Maio, Fico, Carla Ruocco? Qual è il problema? Non ce l’ho io il problema che sono commissariata, perché ce l’hai tu?». E, proseguendo, il racconto nella telefonata è ancora più esplicito: «Io ho già detto a Luigi Di Maio anche per l’eventuale espulsione, no ma che stiamo scherzando!!»; la consigliera Aprile la appoggia, conferma che neppure lei avrà pietà. E quindi Capuozzo ammette che lo scambio di idee con Di Maio è costante: «Io poi gli ho detto anche a Luigi che qualche sera ci dobbiamo vedere perché qualsiasi cosa loro veramente ci devono commissariare».

IL RICATTO Passano alcune settimane. La sindaca continua a scontrarsi con De Robbio che dice di poterla ricattare per la sua mansarda trasformata in abitazione, della quale avrebbe anche una foto satellitare. Lei, dopo il primo interrogatorio, è convinta che il consigliere sia indagato e proprio quel giorno ottiene che l’M5S sospenda De Robbio. Il problema ora è gestire l’impatto mediatico della vicenda, dice alla consigliera Concetta Monfrecola: «Penso che ti abbia raccontato no? Che siamo sotto inchiesta? Sono stata chiamata dall’antimafia due volte a Napoli e il perno principale sono i collegamenti tra Giovanni De Robbio e alcune persone. E’ stato interrogato anche il segretario generale nostro e alcuni dipendenti». Monfrecola: «E’ una cosa enorme e rischia di distruggerci»; Capuozzo conferma che i vertici daranno una mano: «Minimo verranno ci spiegheranno come dobbiamo gestirla - dice - cerchiamo di rimanere più in silenzio possibile senza mettere i manifesti. Prima del consiglio dobbiamo metterci ad un tavolo tutti quanti». E la consigliera Monfrecola replica: «Digli a Fico di non arrivare tra una settimana perché non ci arriviamo, lui dovrebbe arrivare subito per darci indicazioni»; e la sindaca: «Sì, spero che venga anche Luigi che è molto più duro..».

Capuozzo, che al telefono con altri ammette di essere molto sotto pressione per le minacce subite, non vuole però che venga resa pubblica l’indagine penale sul conto di De Robbio. Sa che De Robbio è pressante perché ha promesso qualcosa e potrebbe rischiare «la vita». Però, sebbene alle pressioni non abbia mai ceduto, a denunciarlo non ci pensa affatto. «Se uscisse fuori questa cosa della procura, magari noi riusciamo a giustificarla meglio, si può dire che c’è un’indagine in corso?», le chiede la Monfrecola. E la sindaca: «No! Per salvaguardare una persona... non lo dire, poi ti spiego, faccio sempre la mamma anche sua».

I VERTICI SAPEVANO Il giorno dopo Capuozzo è nuovamente nel panico. Il consigliere Alessandro Nicolais la chiama per rassicurarla. E di nuovo le parla di come i vertici del partito siano a conoscenza di quanto accade nel comune di Quarto. Nicolais: «Mi ha risposto Fico»; Capuozzo: «È tardi perché io domani vado via, me ne vado non ce la faccio più. Io posso reggere qualunque cosa guarda, ma non finire in galera per colpa di qualcun altro (dal tono della voce si capisce che la Capuozzo è in lacrime). Quello è un uomo della capitaneria di Porto, non esce l’avviso di garanzia hai capito? Cosa devo discutere?»; Nicolais: «Ma io non lo so... quello mi ha riposto Roberto Fico dieci minuti fa e ha scritto: andate avanti tranquilli quanto prima verrò... A te chi cazzo ti deve proteggere, Rosa, fammi capire? Tu hai detto che stai parlando con quelli là a Roma, stai tenendo monitorato». Capuozzo: «Io ho lottato, con minacce per la casa, ho detto smantellatemi questa cazzo di casa...ho subito minacce per qualsiasi cosa e adesso non posso rischiare questa cosa, non mi tengo dietro uno sotto inchiesta, capito? (Il riferimento è sempre a Giovanni De Robbio ndr)».

La preoccupazione è che la corruzione all’interno del Comune sia molto più radiacata. Capuozzo dice di aver chiesto l’aiuto del prefetto: «Ho chiesto quel cazzo di accesso agli atti perché non so chi è corrotto e chi non lo è, ma possiamo visionarla solo io e il segretario, perché è un atto riservatissimo, neanche al vicesindaco. A questo punto avrò le mani legate». La soluzione, ancora una volta, è affidata ai vertici del partito, dice Nicolais: «Vabbé ma lui attualmente è sospeso, loro già sanno che devono fare. A me Roberto Fico mi ha scritto, mi ha risposto e ha detto: andate avanti perché io quanto prima vengo giù e chiariamo la situazione. Io mo questo lo metto pure sulla chat per farlo sapere a tutti quanti. Quindi a finale bisogna solo aspettare».