Monitorando le piattaforme social, gli specialisti della polizia postale, con l'aiuto di un mediatore di lingua araba, hanno trovato foto e video inneggianti alla jihad: ci sono, fra l'altro, immagini di decapitazioni e di torture a militari. Alcuni dei numerosi «profili» esaminati dagli operatori sarebbero riconducibili a un piccolo numero di persone che risultano domiciliate in varie località italiane.
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