Processo escort, il pm: a Barbara Guerra villa da un milione e appartamento a Milano per le notti con Berlusconi

Processo escort, il pm: a Barbara Guerra villa da un milione e appartamento a Milano per le notti con Berlusconi
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Lunedì 19 Ottobre 2015, 12:26 - Ultimo aggiornamento: 21 Ottobre, 18:14

In cambio delle notti trascorse con Silvio Berlusconi l'ex concorrente del reality tv La Fattoria, Barbara Guerra, ha ricevuto una villa a Bernareggio (del valore di un milione di euro, ndr), un bilocale in corso Sempione, a Milano, e varie utilità, tra cui 10 mila euro per non deporre al processo escort in corso dinanzi al tribunale di Bari. Lo ha detto nella requisitoria al processo Escort il Pm Eugenia Pontassuglia ricordando «che nella villa di Bernareggio Guerra si è chiusa per non essere rintracciata per deporre a Bari».

Il pm ha detto anche che per la escort Ioana Visan, che ha partecipato ai festini nelle residenze di Berlusconi, l'ex Cav provvedeva alle spese di affitto di un appartamento e telefoniche, somme che erano messe a disposizione dal ragioniere Giuseppe Spinelli, mentre le bollette le pagava l'ex consigliere regionale della Lombardia Nicole Minetti.

«Quindi - ha concluso il pm - Visan e Guerra per avere rapporti sessuali con Berlusconi venivano pagati sia da Berlusconi sia da Gianpaolo Tarantini, che solitamente versava alle ragazze mille euro a prestazione.

«L'obiettivo di Gianpaolo Tarantini è quello di accreditarsi presso Silvio Berlusconi: per questo usa le ragazze, corteggia il Cavaliere, vuole farsi apprezzare», ha detto ancora Pontassuglia nella requisitoria al processo a Tarantini, Sabina Beganovic e ad altre cinque persone accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento, favoreggiamento e induzione alla prostituzione di 26 ragazze portate da Tarantini, tra il 2008 e il 2009, nelle residenze dell'allora premier.

Il magistrato ha ricostruito tutti i reclutamenti delle ragazze che - secondo l'accusa - dovevano trascorrere la notte con Berlusconi, a conclusione delle cene organizzate ad Arcore, Palazzo Grazioli e Villa Certosa.

L'invio di donne nelle residenze dell'allora capo del governo affinché si prostituissero era finalizzato a una serie di obiettivi: Tarantini voleva candidarsi con Forza Italia alle elezioni europee del 2009 e, attraverso Berlusconi, voleva fare affari con la Protezione civile e Finmeccanica.

Per partecipare alle cene nelle residenze private di Berlusconi «servivano ragazze da combattimento», ha poi sostenuto ancora il pm di Bari nella requisitoria. Il riferimento è alla serata dell'8 ottobre 2008 a Palazzo Grazioli. Nei giorni precedenti, i tre imputati, Tarantini, il suo amico barese ed ex socio in affari Massimiliano Verdoscia e il pr milanese Peter Faraone, si sarebbero preoccupati di «reclutare» ragazze da portare a casa dell'allora presidente del Consiglio, individuate poi in Visan e Guerra.

«Il clichè di questa serate - ha continuato il pm - era questo: incontri collettivi». L'accusa infatti, nel ricostruire i singoli episodi e i numerosi reclutamenti di escort, ha riferito le dichiarazioni di alcune ragazze che hanno raccontato di nottate passate dall'ex premier con più di una ragazza per volta.

Patrizia D'Addario, che nel processo è costituita parte civile, durante la sua deposizione al dibattimento ha parlato di «orge». D'Addario è presente all'udienza di oggi nella sua consueta tenuta total black. Ricostruendo una delle tante cene a Palazzo Grazioli, il pm ha definito «allucinante» il fatto che « la confidenza di Tarantini con Berlusconi era tale che "Gianpi" si permetteva anche di fare da padrone a casa del Cav», poiché si sedeva a tavola con i suoi amici, escort comprese, prima dell'arrivo del padrone di casa.