Polizia, il concorso per 1400 viceispettori non sarà annullato. Ma scoppia la polemica

Ispettori di Polizia
di Chiara Rai
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Venerdì 24 Marzo 2017, 16:52 - Ultimo aggiornamento: 25 Marzo, 15:19
Sciolte le riserve sul concorso interno per 1.400 vice ispettori di Polizia: non sarà annullato e tutti gli idonei saranno ammessi alla frequenza del corso. Contestualmente, l’Amministrazione ha accertato che un numero significativo di elaborati, giudicati in origine non idonei, dovranno essere nuovamente riesaminati.

Di fatti, il capo della Polizia Franco Gabrielli ha reso noto che è intendimento dell’Amministrazione avviare ai corsi non solo i 1400 vincitori ma anche tutti gli idonei , per un totale di 1875. A questi vanno aggiunti anche coloro che saranno ritenuti idonei a seguito di valutazione della apposita commissione presieduta dal Prefetto Matteo Piantedosi, e sembra che ce ne siano un certo numero , opportunamente rivalutati dalla commissione presieduta da Presidente della commissione Luciano Rosini.

"Si stima che i tempi necessari per le procedure di riconsiderazione- si legge in una nota - per le prove orali e per la valutazione dei titoli comporteranno la pubblicazione della graduatoria finale il prossimo 30 giugno. Subito dopo ci sarà l’avvio dei corsi.Non viene stimato l’ammontare dei riammessi".

Il segretario Nazionale Ugl Valter Mazzetti tira un sospiro di sollievo, ma soltanto a metà, e scrive al Capo della Polizia Franco Gabrielli: “Fin qui – sostiene Mazzetti -  si è finalmente cristallizzata una situazione che da troppo tempo segnava incertezze e confusioni. A queste condivise comunicazioni, purtroppo, ne è seguita un’altra che, invece, ha lasciato basiti noi e i tanti colleghi rimasti fuori dal riesame: mi riferisco al fatto che abbiamo appreso di come la revisione degli elaborati dei candidati non idonei alla prova scritta, abbia sorprendentemente riguardato solo i ricorrenti in sede giurisdizionale, non essendo stata praticabile l’estensione anche ad altre forme di autotutela che, pare, avrebbero compromesso irrimediabilmente l’intero concorso”.

Da qui nasce la non condivisione del sindacato di Polizia che evidenzia come con questa ultima decisione di fatto precluda  ogni possibilità di riesame del proprio elaborato: “Magari perché – prosegue Mazzetti -  hanno avuto la sola colpa – come da Lei stesso affermato in altre circostanze - di non potersi permettere economicamente di affrontare le spese di un ricorso, ovvero solo perché si sono sentiti profondamente sfiduciati e delusi dalla propria amministrazione, al punto da non voler neanche intentare un ricorso al TAR. Eppure, questi dipendenti, i Suoi dipendenti, la ricordano bene mentre, animato di un sicuro spirito di giustizia, proferiva le seguenti frasi: “…. stiamo rileggendo tutti i compiti, perché il tema non è solo delle persone che hanno fatto ricorso, ci sono molte persone che magari non lo hanno fatto….anche economicamente o perché c’è una sfiducia a fare ricorsi che poi si sa che hanno un esito scontato. Io vorrei riportare nella nostra Amministrazione non soltanto l’orgoglio dell’appartenenza ma anche la certezza che le regole ci sono, ma soprattutto si applicano. Noi non possiamo essere credibili nel momento in cui andiamo fuori a far rispettare la Legge e non siamo noi i primi a rispettarla, è qualche cosa che credo non possa andare”.

Dichiarazioni importanti, forti, come solo un Capo della Polizia autorevole sa fare, evidenzia il segretario nazionale Ugl,  che non sono passate inosservate tra gli appartenenti alla Polizia di Stato, e che hanno immediatamente fatto il giro d’Italia, rimanendo indelebili nella memoria degli interessati. Dichiarazioni che, tra l’altro, aveva espresso anche il predecessore di Gabrielli, il prefetto Pansa. Di qui l’appello in extremis a Gabrielli riconoscere la possibilità di un riesame anche per chi non ha fatto ricorso.

Nel frattempo questa mattina si è tenuta una manifestazione da parte degli ispettori di polizia (Cotipol  - comitato per la tutela degli ispettori di polizia) sotto la sede del ministero dell’Interno contro la bozza del riordino delle carriere. I poliziotti protestano per ottenere il riconoscimento della qualifica di commissari. A dispetto di una riforma vecchia di 22 anni che li “congela” nell’avanzamento di carriera. La richiesta è che venga riconosciuta subito e a tutti i destinatari dell'articolo 25 del decreto legislativo 334/2000 la qualifica di commissario e alla fine del corso di aggiornamento quella di commissario capo. Concorso e corso di aggiornamento devono però essere realizzati in un arco di tempo massimo di dodici mesi dall'entrata in vigore del decreto di riordino, al fine di evitare, per effetto del pensionamento, l'espulsione “programmata” di gran parte degli aventi diritto prima che gli effetti della riforma divengano tangibili.

Il presidente di Cotipol Gaetano Barrella ha chiesto un incontro con il capo della Polizia Gabrielli per prevenire migliaia di ulteriori ricorsi: “Abbiamo subito l'umiliazione di non poter progredire in carriera al pari del personale delle altre forze di polizia. Non chiediamo di essere ricevuti, non tanto per rappresentare le nostre “lamentele” quanto per ascoltare dalla le ragioni per cui, a fronte della stessa identica retribuzione, la nostra amministrazione continua a definirci sostituti anziché commissari”.
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