Polizia e Censis: «Casi di cyberbullismo nella metà delle scuole»

Polizia e Censis: «Casi di cyberbullismo nella metà delle scuole»
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Giovedì 10 Marzo 2016, 17:16 - Ultimo aggiornamento: 11 Marzo, 15:26
In metà delle scuole i presidi hanno dovuto affrontare episodi di cyberbullismo, nel 10% di sexting (l'invio di foto o video sessualmente espliciti) e nel 3% di adescamento online. E nel 51% dei casi si sono dovuti rivolgere per questo alle forze dell'ordine. Nonostante ciò i genitori tendono a sminuire il fenomeno. È quanto ha rilevato il Censis, in collaborazione con la Polizia Postale, nella prima fase dell'indagine "Verso un uso consapevole dei media digitali", che sarà presentata oggi alla Scuola Superiore di Polizia.

In particolare, secondo il 77% dei 1.727 presidi delle scuole medie e superiori che hanno risposto al questionario, internet è l'ambiente dove avvengono più frequentemente i fenomeni di bullismo, più che nei luoghi di aggregazione dei giovani (47%), nel tragitto tra casa e scuola (35%) o all'interno della scuola stessa (24%). Per il 45% dei dirigenti il cyberbullismo ha riguardato non più del 5% dei loro studenti, ma per il 18% dei dirigenti scolastici, quindi quasi in una scuola su 5, il sexting vede coinvolto tra il 5% e il 30% dei ragazzi. Ma per l'81% dei dirigenti scolastici i genitori tendono a minimizzare il problema, ritenendo il bullismo digitale poco più che uno scherzo tra ragazzi. Chi sono i cyberbulli?

Per il 70% dei dirigenti scolastici sono indifferentemente maschi o femmine, per il 19% invece sono in prevalenza ragazze e per l'11% soprattutto ragazzi.
Il 39% delle scuole ha attuato alcune azioni specifiche contro il cyberbullismo previste dalle linee di orientamento del Ministero dell'istruzione e il 63% intende farlo nel corso di questo anno scolastico.
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