Regionali, firme false: assolto in Appello Guido Podestà

Regionali, firme false: assolto in Appello Guido Podestà
di Claudia Guasco
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Venerdì 30 Settembre 2016, 13:10 - Ultimo aggiornamento: 1 Ottobre, 15:23

Milano "Assolto per non aver commesso il fatto". Questo il verdetto dei giudici della secondo Corte d'Appello del tribunale di Milano nel processo a carico dell'ex presidente della Provincia di Milano Guido Podesta', imputato per il caso delle circa 900 firme ritenute false e poste a sostegno del listino di Roberto Formigoni e della lista del Pdl per le elezioni regionali lombarde del 2010. La Corte ha ribaltato la sentenza di primo grado, che nel novembre 2014 ha inflitto a Podesta' due anni e nove mesi di reclusione, riducendo anche le pene per gli altri imputati: due anni per l'ex consigliere provinciale del Pd Massimo Turci, un anno e sei mesi per la collega Barbara Calzavara, otto con sospensione della condizionale per l'ex consigliere Marco Martino, atti trasferiti al pm e nuove indagini per nullita' della richiesta di rinvio a giudizio per l'altro ex consigliere Nicolo' Mardegan. 

"POLITICA? NO GRAZIE" 
"Credevo a questa assoluzione, perche' ho sempre creduto nella giustizia", e' il commento di Podesta' subito dopo la lettura del verdetto. "Con questa sentenza si afferma che quella che ho sempre ritenuto la verita' e' un dato evidente. Ed emerge la conferma che ci sono parti dello Stato che funzionano". Secondo i giudici, dunque, la falsificazione delle firme avvenne ma Podesta' non ne era a conoscenza: "Proprio cosi', io non me ne occupavo. E tutte le testimonianze nell'ambito dell'inchiesta dicono cosi'". Ora tornera' a fare politica? "No grazie. E' due anni che non me ne occupo piu', ho ricominciato a fare il mio lavoro, l'architetto. Certo situazioni come questa lasciano amarezza. In ogni caso e' giusto che un politico si dedichi alla causa, senza restare attaccato alla poltrona con il vinavil". 

In primo grado il giudice monicratico Monica Amicone ha ritenuto tutti gli imputati colpevoli in concorso del reato di falso ideologico pluriaggravato in relazione alle presunte firme false presentate a sosteno delle liste del Pdl in occasione delle elezioni del 2010, in base a quanto previsto dal Testo unico delle leggi per la composizione e la elezione degli organi delle amministrazioni comunali (dpr 570 del 16maggio 1960) e ha ritenuto per tutti le attenuanti generiche equivalenti all'aggravante contestata. L'accusa contestava la falsità di 618 firme a sostengo della lista regionale "Per la Lombardia" e 308 per la lista provinciale "Il Popolo della libertà - Berlusconi per Formigoni". La giudice Amicone ha confermato la falsità di quasi tutte le sottoscrizioni contestate, con l'esclusione di una decina di firme. Il rappresentante dell’accusa in Corte d'Appello, il sotituto pg Felice Isnardi, ha sostenuto in aula che la sentenza del Tribunale "è da condividere e una cosa è certa in questo processo: le firme false c’erano, il reato è stato commesso e l’organizzazione della raccolta firme spettava a Podestà (all’epoca coordinatore lombardo del Pdl), che ha preso le decisioni". Il giudice della quarta sezione penale, a seguito dell’inchiesta coordinata dall’allora procuratore aggiunto Alfredo Robledo e scattata dopo un esposto dei Radicali, aveva riqualificato il reato contestato di falso ideologico in falso elettorale (previsto dalla legge speciale n. 570 del maggio1960). E ora la Corte d'Appello corregge la sentenza e assolve Podesta'. 
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