Accade nella Locride dei padrini vecchio stampo e dei Comuni sciolti per mafia. Il prete d'Aspromonte ha presentato ricorso contro il provvedimento del questore Raffaele Grassi, impugnando l'atto: «Il sottoscritto Svanera Giuseppe, in qualità di parroco della parrocchia Santa Maria di Loreto, presenta ricorso avverso l'ordinanza nella parte in cui si identifica il luogo ove svolgere il rito religioso del funerale del defunto Barbaro Giuseppe».
LE NAVI
Il mammasantissima deceduto, secondo gli inquirenti, era un big del narcotraffico in grado di intavolare trattative coi cartelli sudamericani, per importare in Italia navi cariche di coca.
E' cresciuto all'ombra di una vecchia conoscenza del crimine organizzato, Francesco Barbaro, l'anziano patriarca che, prima di finire al 41 bis, era il capo indiscusso della Provincia, la cupola calabra. Correvano gli anni dei sequestri di persona e pezzi dello Stato stringevano accordi coi padrini, per il rilascio di facoltosi imprenditori del ricco settentrione: venivano prelevati e nascosti nei covi sperduti d'Aspromonte, in attesa del riscatto.
«I funerali in forma privata ha rivelato una fonte inquirente vengono disposti per evitare che una cerimonia funebre si trasformi in un summit utile ai boss per scambiarsi informazioni e impartire nuove strategie». L'ordinanza impugnata, porta la data del 22 ottobre: «Visto lo spessore criminale e i trascorsi giudiziari del defunto ha motivato il questore la celebrazione dei funerali in forma pubblica potrebbe rappresentare un'occasione propizia per la commissione di azioni di rappresaglia e iniziative intimidatorie, con conseguente turbativa dell'ordine e della sicurezza».
IL COMUNE
Don Giuseppe Svanera, 68 anni, va giù pesante: «I giudici della Quinta sezione del Tar Campania scrive nel ricorso - hanno evidenziato che le funzioni religiose possono essere vietate per motivi di ordine pubblico solo se riguardano funzioni praticate fuori dai luoghi destinati al culto. Il questore non può decidere dove, come e quando celebrare la cerimonia religiosa in Chiesa».
Il sindaco di Platì, Rosario Sergi, getta acqua sul fuoco: «Credo che il sacerdote ha affermato - abbia voluto sottoporre il provvedimento all'attenzione del ministro dell'Interno Angelino Alfano perché ne verifichi la legittimità, non ci vedo niente di strano». Il Comune di Platì, da anni senza segretario comunale, è stato più volte sciolto per mafia. La scorsa primavera, i cittadini sono tornati al voto, eleggendo Rosargio Sergi, ma la lista perdente era pronta a presentare ricorso per brogli elettorali.
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