«Pene più dure per i piromani»: scoppia il caso prevenzione

«Pene più dure per i piromani»: scoppia il caso prevenzione
di Mauro Evangelisti
3 Minuti di Lettura
Giovedì 20 Luglio 2017, 07:53 - Ultimo aggiornamento: 21:18
ROMA «Negli anni il finanziamento per la prevenzione degli incendi si è assottigliato fino a essere nullo» spiega il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio. Ed è già una risposta, quasi un grido, nell'Italia dell'estate 2017 assediati dagli incendi, tra i roghi sul Vesuvio, il fuoco che avanza anche in Toscana, in Calabria e in Puglia (solo ieri 1.000 interventi dei vigili del fuoco), il Lazio che ha chiesto lo stato di emergenza e che ieri per il fuoco ha dovuto chiudere il collegamento con l'A1 ed evacuare un centro estivo pieno di bambini. A Castel Fusano, la pineta di Ostia, polmone verde del litorale romano, sta bruciando ancora e ieri il comandante del Gruppo Carabinieri Forestale Roma, Carlo Costantini, ha fatto un bilancio molto più grave di quello dei giorni precedenti: distrutti 150 ettari di vegetazione, ci stiamo avvicinando alle dimensioni catastrofiche degli incendi del 2000.

LA LEGGE
Se la prevenzione è stata svuotata di risorse, il governo corre ai ripari per intervenire quanto meno sul fronte della repressione: ha presentato un emendamento al decreto per il Mezzogiorno in cui si inaspriscono le pene per i responsabili degli incendi. Cosa prevede? Se il rogo è stato appiccato «su beni propri» questi possono essere «confiscati» e assegnati ai Comuni. Claudio De Vincenti, ministro per la Coesione territoriale: «Tagliamo le unghie a speculatori ed estorsori e colpiamo duramente, soprattutto negli interessi economici, gli autori di questo scempio doloso. Se il proprietario del terreno bruciato è stato vittima di estorsione, il terreno incendiato potrà avere anche una diversa destinazione d'uso. In secondo luogo, per far emergere eventuali pressioni che il proprietario possa aver subito per mezzo di incendio, i contratti di affitto stipulati a seguito dell'evento saranno, per trasparenza, portati a conoscenza di Procura e Prefettura». Commenta Curcio, al termine dell'audizione della commissione territorio e ambiente in Senato: «Giusto inasprire le pene, chi attenta ai beni pubblici e al verde pubblico attenta tre volte. Attenta a un bene del nostro Paese, alle persone che possono trovarsi coinvolte fisicamente e attenta agli operatori. Lavorare in queste condizioni è eroico».

NUMERI
Il problema però è che al coraggio di chi ogni giorno si batte contro i roghi, non corrisponde un analogo sforzo del Paese nelle azioni che dovrebbero evitare il fuoco e tutelare il patrimonio paesaggistico e naturale. L'affermazione di Curcio, nel corso dell'audizione, è qualcosa a metà tra denuncia e appello: «La legge quadro 353 sugli incendi boschivi del 2000 era innovativa. Prevedeva che ci fosse un finanziamento da parte dello Stato per l'attività di prevenzione. Quel finanziamento si è assottigliato fino a essere nullo. Credo che un segnale, se possibile, sarebbe positivo: la prevenzione è collegata alle risorse, alla pulizia del sottobosco e di altre aree, all'organizzazione di attività di vigilanza». Il pensiero va, ad esempio, alla pineta di Castel Fusano, a Ostia, dove ormai i controlli sono ridotti, tanto che al suo interno negli anni sono sorti veri e propri villaggi abusivi, in cui abitano centinaia di stranieri. Quella di ieri è stata un'altra giornata infernale: oltre al rogo di Settebagni, alle porte di Roma, con conseguente chiusura della bretella dell'A1, tra i tanti incendi ci sono stati quelli di un'area boschiva nel Pisano, dove alcune abitazioni sono state evacuate. Molti incendi anche in Sardegna. Curcio: «Dal primo gennaio 2017 a oggi abbiamo dovuto affrontare 955 richieste di intervento della flotta nazionale per lo spegnimento di incendi. Sono 4.803 le ore volate a oggi. Un record assoluto degli ultimi 10 anni». Nella sola settimana tra il 10 e il 17 luglio ci sono state 325 richieste di intervento di aerei ed elicotteri anti incendio, praticamente in sette giorni un terzo di tutto il resto del 2017. Un altro dato: la flotta nazionale ha in totale 35 mezzi aerei, di questi 14 sono Canadair. Secondo il senatore Giuseppe Marinello, presidente della commissione ambiente, di fronte a una emergenza di queste proporzioni deve esserci collaborazione tra i paesi dell'Unione europea, come già avvenne quando l'Italia inviò aiuti al Portogallo devastato dai roghi un mese fa.