Pino Daniele, due le inchieste sui soccorsi. La Procura dispone l'autopsia

Pino Daniele, due le inchieste sui soccorsi. La Procura dispone l'autopsia
di Alessia Marani e Adelaide Pierucci
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Mercoledì 7 Gennaio 2015, 05:57 - Ultimo aggiornamento: 10:32

Doppia inchiesta sulla morte di Pino Daniele. Disposta l'autopsia dopo il funerale a Roma per fare luce sui presunti ritardi nei soccorsi al musicista stroncato da un infarto. Poi la salma potrà ripartire per il secondo funerale, alle 19 a Napoli. Ieri sera la compagna del cantautore partenopeo, la viterbese Amanda Bonini, 50 anni, è stata ascoltata dai carabinieri del comando provinciale di Roma nella caserma di via In Selci.


Prima, però, la donna era stata sentita anche in Procura a Grosseto insieme con uno dei fratelli del cantautore.

Gli inquirenti vogliono capire che cosa sia successo domenica sera: perché l'artista, anziché attendere l'arrivo dell'ambulanza con il medico e il defibrillatore a bordo nella sua casa di Magliano, abbia improvvisamente deciso di mettersi in auto con Amanda e un suo collaboratore (era lui alla guida) alla volta dell'ospedale Sant'Eugenio di Roma dove alle 22.40 è arrivato già morto.

LA DENUNCIA

L'ex moglie, Fabiola Sciabbarasi, ancora sconvolta e in lacrime, l'aveva giurato: «Su questa vicenda voglio andare fino in fondo». Affermando che «se Pino, che stava già molto male, fosse andato subito al più vicino pronto soccorso, probabilmente si sarebbe salvato». E sul presunto giallo dei soccorsi arrivati in ritardo sono due le Procure che si sono subito messe in moto: quella di Grosseto, a cui hanno riferito i carabinieri di Orbetello acquisendo il tabulato delle telefonate fatte quella sera al 118 toscano, e quella di Roma a cui in serata è arrivata la delega alle indagini.

«Del caso comunque - ha tagliato corto il procuratore capo di Grosseto, Francesco Verusio - se ne occuperà Roma, visto che in quella città è avvenuto il decesso». Amanda Bonini è stata prelevata dai carabinieri per essere ascoltata in caserma mentre era ancora nella camera mortuaria. La donna ha ricostruito minuto dopo minuto quei momenti drammatici: il malore di “Pinuzzo”, il suo dolore al petto, il mancamento, poi le chiamate ai soccorritori e il tragitto dalla Toscana verso la Capitale. Contemporaneamente, i militari di Orbetello, di propria iniziativa, acquisivano il tabulato delle telefonate al 118 di Grosseto.

Un rapporto che ora sarà messo a disposizione della Procura capitolina. Da quanto trapelato, dalle verifiche non sarebbero emerse anomalie tra la ricostruzione degli spostamenti dell'ambulanza resa dalla Asl e quanto affermato dai familiari dell'artista. Il pm Marcello Monteleone a cui il procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone ha affidato il fascicolo dovrà fare luce su alcuni punti poco chiari della vicenda: il presunto ritardo dell'ambulanza nel raggiungere la villa di Magliano, il perché della decisione di andare a Roma, l'episodio della gomma bucata lungo l'Aurelia che avrebbe fatto perdere altro tempo prezioso per salvare il cantante, circostanza di cui ha riferito Francesco Primerano, un cugino di Pino Daniele.

LA NIPOTE

«Credo che zio Pino abbia sottovalutato il malore che ha avuto», afferma la nipote Loredana, 29 anni, figlia di Carmine, fratello minore di Pino. «Zio si era ripreso dopo essersi sentito male e ha quindi pensato di potercela fare, di riuscire ad arrivare fino a Roma e di curarsi dal proprio medico», ha aggiunto con accanto la sorella Alessandra, 34 anni. Il fratello del musicista, Carmine, ha avuto dalla figlia la notizia della morte di Pino Daniele. «Io - aggiunge Loredana - l'ho saputo di notte, dai social network. Erano le 2.30 circa. Ho sperato che fosse una delle bufale che girano su Internet, poi purtroppo mi sono resa conto che era vero. E ho dovuto dirlo con cautela a mio padre, anche lui cardiopatico».

La famiglia ha ribadito con una nota ufficiale che «dopo il malore» il musicista «ha espresso la decisa volontà di essere portato a Roma all'ospedale Sant'Eugenio per essere soccorso dall'équipe di medici da cui era in cura da anni e quindi di sua fiducia». Smentendo poi «categoricamente che l'automobile che lo trasportava a Roma abbia forato una gomma lungo il tragitto, rallentando la corsa verso l'ospedale». Aggiungendo dell'«esistenza di un testamento nel quale l'artista esprime la precisa volontà di essere cremato». Prima però, l'autopsia aiuterà a chiarire ogni dubbio.