Casa Italia, il piano per la ricostruzione: «I soldi ci sono vanno spesi bene» `

Casa Italia, il piano per la ricostruzione: «I soldi ci sono vanno spesi bene» `
di Italo Carmignani
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 7 Settembre 2016, 08:14 - Ultimo aggiornamento: 21:21


dal nostro inviato
ARQUATA DEL TRONTO La voce di Renzi arriva dalla televisione sopra al frigorifero, gli unici due elettrodomestici rimasti accesi in casa Marini, famiglia di sfollati mancati della zona di Ascoli Piceno grazie a una buona ristrutturazione. E la tv pare parlare proprio di loro e dei soldi spesi bene per recuperare le ferite del sisma con quella scivolosissima parola detta ricostruzione. Il premier arriva da palazzo Chigi dove, a poco più di due due settimane dal sisma, ha incontrato le parti proprio per ragionare di prevenzione e recupero degli edifici. Poco prima aveva visto il commissario per la ricostruzione Errani. Un'ora di colloqui per ribadire, alla fine dell'incontro, la perfetta intesa sul da farsi tra Governo e commissario.

DIECI ANNI
Nessuna illusione, se si vuole lavorare bene servirà almeno un decennio, spiega il presidente del Consiglio. E se Renzi stima la durata, gli esperti si sbilanciano sulla spesa: un'operazione del genere che si vuole fare con Casa Italia, potrà costare dai 100 ai 300 miliardi di euro. Al premier però preme altro e lo dice a Porta a Porta: «Il problema non sono i soldi: quelli ci sono, ma bisogna spenderli bene ed evitare che la gente ci mangi sopra, che siano fatti interventi a capocchia.
 
BIPARTISAN
Segue l'appello affinché sia un percorso bipartisan: «Litighiamo su tutto, sulla legge elettorale o altro, ma non facciamolo su Casa Italia». Renzi non annuncia cifre, ma ci pensa il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli: una decina d'anni per il piano complessivo, mentre la ricostruzione delle zone interessate potrebbe essere realizzata in 3-4 anni. Il premier, invece, ha parlato dell'assicurazione obbligatoria sulle abitazioni per i terremoti: «Nel breve termine non è all'ordine del giorno».
Regioni, imprenditori, sindacati, associazioni, tecnici del settore: tutti sono stati chiamati dal Governo a fare squadra. La ricostruzione post terremoto è una «scommessa infrastrutturale» che deve tenere insieme «interventi sulle scuole, bonifiche, banda larga, dissesto idrogeologico, periferie, impianti sportivi, tutto articolato insieme per un progetto complessivo che abbia linee guida chiare e una regia di insieme», ha sottolineato Renzi. E ancora a Porta a Porta ha aggiunto: «Il bonus al 65% per le ristrutturazioni è già arrivato ed è stato esteso anche al sisma. Il vantaggio del bonus è che uno deve pagarci le tasse, non c'è nero». Quindi insiste: «C'è la ricostruzione, il tema del come ricostruire subito, bene e lì. Per questo c'è il commissario Vasco Errani. C'è però un altro punto importante: invece di piangere le lacrime del giorno dopo, c'è la possibilità di ridurre l'impatto del rischio sismico». E sul piano Casa Italia, Renzi è chiaro e ribadisce: «Non porta consensi, io non ne vedrò la fine, perché si completerà fra dieci anni».

QUATTRO AZIONI
Si contano quattro azioni fondamentali in cui si articolerà il progetto. La prima linea di azione prevede la messa a regime delle informazioni sul Paese, anche attraverso l'uso di big data che le rendano disponibili ai cittadini. La seconda è l'indicazione di linee guida di intervento preventivo, con il coordinamento del gruppo di lavoro del senatore e architetto Renzo Piano. La terza riguarda finanziamenti e procedure. La quarta è la formazione, con la Scuola nazionale di amministrazione a fare da soggetto pilota.

LE REAZIONI
Positiva la reazione delle parti: dall'Anci, con Piero Fassino che parla di «salto di qualità nel confronto, all'Unione delle Province che vede in questo la possibilità di parlare di sistema-paese». Quindi il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia. «Del piano Casa Italia abbiamo apprezzato l'approccio, il metodo e anche il sottolineare che siamo capaci in momenti di emergenza di esprimere il meglio del Paese». E di incontro positivo hanno parlato anche Cgil, Cisl e Uil. Dalla televisione sopra al frigorifero di casa Marini alle porte di Ascoli Piceno, l'eco di Porta a Porta arriva più lieve, silenziato dalla pioggia forte. E c'è chi prega.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA