Perquisizioni al "Sole 24 Ore", 10 indagati per le copie digitali gonfiate

Perquisizioni al "Sole 24 Ore", 10 indagati per le copie digitali gonfiate
di Umberto Mancini
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Sabato 11 Marzo 2017, 08:49 - Ultimo aggiornamento: 12 Marzo, 09:16
Si parla di «gravi anomalie» nell'andamento «economico della società», di «vendite» di copie digitali «tanto enfatizzate» ma poi ritenute «false» e anche di una parte «significativa di copie» cartacee finita «dritta al macero», nel decreto di perquisizione eseguito ieri nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Milano sui conti del gruppo Sole 24 Ore e che fino a questo momento vede 10 indagati.

Con l'accusa di false comunicazioni sociali, oltre all'ex presidente del gruppo Benito Benedini e all'ex amministratore delegato Donatella Treu, figura tra gli indagati anche l'attuale direttore del quotidiano, Roberto Napoletano. Relativamente a un altro filone e per il reato di una presunta appropriazione indebita di circa 3 milioni di euro, sono invece indagati l'ex direttore dell'area digitale del Gruppo Sole, Giuseppe Stefano Quintarelli (ex Scelta Civica e ora deputato nel gruppo misto), il fratello imprenditore Giovanni Paolo Quintarelli, l'ex cfo Massimo Arioli, l'ex direttore dell'area vendite Alberto Biella, il commercialista Stefano Poretti e Filippo Beltramini, direttore della società inglese Di Source Ltd.

Stando agli atti, attraverso i presunti dati falsi sulle vendite «si è veicolato - scrivono i pm - un messaggio largamente positivo sull'andamento economico del gruppo» che, invece, non era tale. Al centro dell'indagine partita nei mesi scorsi e, in particolare, del filone sulle presunte false comunicazioni, ci sarebbe il dato comunicato dalla casa editrice nel marzo 2016 (e relativo al bilancio 2015) di oltre 109 mila copie digitali multiple dichiarate come vendute ma che sarebbero risultate «fantasma».

L'INDAGINE
Gli accertamenti si sono concentrati sulla Di Source Ltd (e altre due società a essa collegate) a suo tempo incaricate dal gruppo editoriale di gestire gli abbonamenti delle copie digitali e che avrebbe gonfiato i dati con un impatto finale, dunque, sia sul bilancio del gruppo che sul mercato degli inserzionisti pubblicitari. Stando agli atti, gli inquirenti avrebbero avuto riscontri sulle presunte vendite gonfiate anche da alcune testimonianze raccolte nell'ambito del gruppo stesso. Va segnalato che i pm nel decreto dedicano un ampio capitolo all'accusa di false comunicazioni sociali nei confronti dei vertici del quotidiano.

Non si è fatto attendere la voce della Confindustria cui fa capo il gruppo editoriale. «In riferimento alle comunicazioni della Procura di Milano - si legge nella nota - Confindustria conferma piena fiducia alla magistratura nella sua azione e ribadisce la necessità che venga fatta la più ampia chiarezza sui fatti passati relativi al Sole 24 Ore». Il cda del gruppo editoriale, si legge ancora nella nota, «valuterà nella sua autonomia le azioni da prendere. Confindustria, nella sua qualità di azionista di maggioranza del gruppo, valuterà tutte le azioni necessarie a tutela propria e degli altri azionisti».

A sua volta, il nuovo consiglio di amministrazione del gruppo editoriale, presieduto da Giorgio Fossa, ha precisato che «con riguardo alle iniziative assunte dall'autorità giudiziaria di Milano, i nuovi vertici del Gruppo 24 Ore, impegnati come noto nell'azione di risanamento e di rilancio della società, ribadiscono la propria volontà a fornire agli organi inquirenti la massima collaborazione per l'accertamento dei fatti, confermando - conclude la nota - che agiranno con determinazione a tutela degli interessi della società». Anche il direttore Napoletano ha diffuso una sua dichiarazione nella quale esprime «piena, totale e assoluta fiducia nella magistratura inquirente. Sono certo - aggiunge Napoletano - di poter dimostrare in tutte le sedi la piena linearità dei miei comportamenti che è quella di una vita».

Infine, riuniti in assemblea per buona parte della giornata di ieri, i giornalisti del Sole 24 Ore hanno proclamato a grande maggioranza dei presenti (142 voti a favore, 4 contrari e 10 astenuti) uno «sciopero ad oltranza finché il direttore Napoletano non avrà lasciato la guida del quotidiano».
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