Palermo, sgominata la gang specializzata in rapine ai trasportatori di sigarette

Palermo, sgominata la gang specializzata in rapine ai trasportatori di sigarette
di Mario Meliadò
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Mercoledì 13 Dicembre 2017, 19:38 - Ultimo aggiornamento: 14 Dicembre, 08:54

A Palermo era diventata un’abitudine, una razzia sistematica: una banda di rapinatori aveva preso di mira i trasportatori di tabacchi dando inizio a rapine progettate “scientificamente”, furgone dopo furgone, con tanto di sequestri di persona temporanei dei conducenti. Dopo due diverse rapine a segno e sette non riuscite, per un bottino potenziale da oltre un milione di euro, i carabinieri della Compagnia di Palermo-San Lorenzo hanno disarticolato questo gruppo criminale: arrestati 13 pregiudicati palermitani (quattro sono però ai domiciliari, diversi erano già in cella o agli arresti in casa per precedenti condanne o misure cautelari), per tutti l’accusa è d’associazione a delinquere finalizzata alla commissione di rapine e ricettazione della merce trafugata.  

 

 

 
Con l’operazione “Commando” termina così la sequenza di “colpi” ai danni di furgoni della Cdt (Centro distribuzione tabacchi), società che trasportava sigarette e altri tabacchi lavorati nelle rivendite dell’area metropolitana di Palermo.
Come accertato nelle indagini che hanno preso le mosse nel settembre dello scorso anno, dopo una mancata rapina in via Luigi Pirandello – a due passi da villa Sperlinga –, le rapine di “bionde” e altri prodotti per fumatori erano caratterizzate da un immancabile rituale: prima una meticolosa preparazione, con tanto di definizione dei tempi dell’azione e dei ruoli di ciascuno; poi la decisione dei “capi”, Alessandro Cannizzaro e Cesare Unniemi, sul se e quando procedere, adottata secondo i rischi più o meno alti da correre e la maggiore o minore entità del probabile bottino. Pericoli, sì; basta guardare la rassegna stampa delle settimane scorse per rendersi conto che in molte occasioni s'è sparato durante gli "abbordaggi" ai furgoni, miracolosamente senza gravi conseguenze.

Nell’organizzazione non mancava chi portava le auto, chi le moto e chi si prendeva la briga di trovare gli automezzi (in particolare un camion Iveco, talmente vistoso e riconoscibile anche per le sue scritte pubblicitarie da risultare uno degli elementi-chiave per il riconoscimento della banda) da mettere di traverso per bloccare i furgoni che trasportavano i tabacchi, nella consapevolezza che dopo un certo numero di consegne il veicolo commerciale non sarebbe più stato affiancato dai vigilantes di scorta. 

È lì che interveniva il “commando” di tre persone: uno degli addetti alle consegne veniva intercettato, sequestrato e tenuto temporaneamente prigioniero in un’auto, mentre un altro rapinatore entrava nell’abitacolo del furgone obbligando il conducente a seguire l’auto. Trasferita la merce sulla vettura, le sigarette venivano poi scaricate e nascoste in un posto segreto più distante: l’ultima fase riguardava la commercializzazione dei tabacchi “di contrabbando”. In tutto questo, gli elementi apicali (Unniemi e Cannizzaro) non partecipavano mai in modo diretto agli assalti: mantenevano “alto” anche così il proprio profilo rispetto alla “manovalanza” criminale del gruppo.  
 
Non è mancato uno spettacolare “inseguimento” con l’elicottero, a supporto delle “gazzelle” della Benemerita, subito dopo una delle due azioni riuscite: l’uomo alla guida del furgone bianco diretto verso Villabate, avendo compreso d’essere prossimo alla cattura, ha abbandonato il mezzo ed è riuscito a dileguarsi a piedi. Nel veicolo, intatto, il carico di tabacchi lavorati pronto a essere stoccato e poi rivenduto illegalmente.

«Ancora una volta, abbiamo visto il mirabile risultato di un’attività preventiva che nasce dalla sinergie tra le forze dell’ordine, ma anche di un’attività di contrasto messa in campo su un territorio difficile come quello di Palermo», ha commentato il colonnello Antonio Di Stasio, comandante provinciale dell’Arma. 

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