Palermo, ex colonnello condannato a 6 anni: si fingeva esorcista e stuprava ragazzine

Palermo, ex colonnello condannato a 6 anni: si fingeva esorcista e stuprava ragazzine
di Mario Meliadò
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Martedì 17 Ottobre 2017, 18:48 - Ultimo aggiornamento: 18 Ottobre, 00:54
Graduato delle Forze armate condannato, in Sicilia, per l’infamante reato di stupro plurimo: aveva abusato della credulità di parecchie giovani vittime – diverse, minorenni – che secondo parenti o religiosi sarebbero state “possedute” dal demonio, spacciandosi per esorcista.
 
Sei anni e due mesi di reclusione per violenza sessuale aggravata sono stati inflitti in primo grado di giudizio, in rito abbreviato, dal giudice per l’udienza preliminare presso il Tribunale di Palermo Marco Gaeta all’ex colonnello dell’Esercito Salvatore Muratore. Il pm palermitano Giorgia Righi, che ha coordinato l’inchiesta avviata nell’aprile dello scorso anno che portò all’arresto di Muratore, ne aveva chiesti dieci: uno dei presunti abusi sessuali è stato derubricato a mero “tentativo” di violenza, in più per Muratore è stata esclusa l’ipotizzata aggravante d’aver stuprato le sue vittime in qualità di ufficiale dell’Esercito (al momento dell’arresto, il 21 ottobre del 2016, Salvatore Muratore prestava servizio alla caserma di piazza generale Euclide Turba).
 
Il colonnello sarebbe riuscito ad abusare di parecchie ragazze facendo fulcro su religione e credulità: Muratore faceva parte, infatti, del gruppo di preghiera “Rinnovamento dello Spirito Santo” e si sarebbe finto un guaritore, approfittando della circostanza di venire a contatto con diverse giovani e adolescenti identificate a vario titolo come “indemoniate”.

Il finale era sempre lo stesso: il graduato toccava ovunque le sue giovanissime vittime, mettendo in chiaro che «era il diavolo che parlava» e che il palpeggiamento altro non era che una «preghiera di liberazione», come appurato dopo la denuncia di due minorenni e della loro mamma. In totale, le ragazze abusate costituitesi parte civile nel processo ammonteranno a sei: la sentenza assegna loro una provvisionale di 5mila euro sul risarcimento dovuto.
 
In molti casi, artefice (o coprotagonista) delle violenze sarebbe stato invece un religioso, l’ex guida spirituale dell’Ospedale Civico di Palermo don Salvatore Anello, che però affronterà un differente processo, col rito ordinario, affidato ai giudici della seconda Sezione penale del Tribunale siciliano.

S’è arrivati al frate cappuccino grazie alla concatenazione delle denunce nei confronti dell’ex colonnello Muratore. Terrificante uno dei casi, di cui s’è saputo solo dopo il suo arresto: i ripetuti abusi ai danni di una 16enne sofferente di gravi disturbi nervosi, agevolati dal fatto che secondo i genitori loro figlia non aveva bisogno di un medico, ma di un prete. In un bugigattolo non lontano dalla chiesa dei Cappuccini, il solito turpe rituale e – stando alla ricostruzione della Procura del capoluogo siculo – le mani di don Anello sul corpo della giovane e infilate ovunque, l’uso blasfemo di crocifissi e immaginette di Santi, i massaggi con un presunto unguento “miracoloso”.
 
Resta il fatto che quando al colonnello Muratore e a don Salvatore è stato chiesto di dire la propria davanti ai giudici, hanno preferito trincerarsi dietro il silenzio. Ma troppi erano stati i “riti”, troppe le “indemoniate” sottoposte ad atti sessuali indesiderati, troppi i testimoni diretti: spesso anche parenti, in un caso persino il fidanzato di una giovane che sarebbe stata “invasa” da Satana che, ci teneva a specificare Salvatore Muratore alla vittima di turno, «entra sempre dalla vagina».

Per la verità, sono davvero parecchi pure i religiosi che, nel tempo, hanno appreso delle violenze, in alcuni casi facendo credere alle giovani vittime di stupro di trovare in loro un supporto salvo poi sconsigliar loro di denunciare. E non è un caso se, in un periodo, l’ex ufficiale della caserma “Turba” si avvicinò alla chiesa di via Perpignano guidata don Roberto Elice: nel giugno del 2016, l’ex parroco di Maria Santissima Assunta fu condannato a sei anni e quattro mesi di carcere per aver abusato di due fratellini di 13 e di 15 anni.

 
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