Agrigento, blitz antimafia: 61 arresti. Il pm: «Ascoltando i telefoni sembrava di essere in Gomorra»

Agrigento, blitz antimafia: 61 arresti. Il pm: «Ascoltando i telefoni sembrava di essere in Gomorra»
di Mario Meliadò
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Lunedì 22 Gennaio 2018, 16:43 - Ultimo aggiornamento: 23 Gennaio, 09:11
«Non ci sono più a Palermo persone affidabili… a Palermo sono quelli che sono». È, questa, una frase assolutamente rivelatrice rispetto all’idea d’“integrità”, d’incarnare la mafia “ortodossa” che accompagnava i vertici di Cosa Nostra in provincia di Agrigento, appena sgretolati da 61 arresti dei Carabinieri (dieci persone sono state poste ai domiciliari) messi a segno sui territori provinciali di Agrigento appunto, Palermo, Catania, Caltanissetta, Enna e Ragusa. Le accuse vanno dal “classico” 416-bis al traffico di droga, dalla truffa alle estorsioni al voto di scambio.

Quella denominata “Montagna” è «l’operazione antimafia più importante mai effettuata nell’Agrigentino», scandisce in conferenza stampa il procuratore distrettuale di Palermo Francesco Lo Voi, che ha coordinato le indagini insieme al suo aggiunto Paolo Guido e ai pm Calogero Ferrara, Claudio Camilleri e Alessia Sinatra, nel commentare il blitz realizzato con grande professionalità da 400 militari del Comando provinciale di Agrigento (comandante, colonnello Giovanni Pellegrino) supportati dallo Squadrone eliportato Cacciatori Sicilia e unità cinofile, che di fatto ha sgretolato i mandamenti agrigentini di Sciacca e Santa Elisabetta. Sfuggiti alla cattura Antonio Licata e Daniele Fragapane.
 
Colpite 16 “famiglie” di mafia che intrattenevano strettissimi rapporti con la ‘ndrangheta, unica organizzazione malavitosa considerata degna di rispetto insieme alla mafia di Corleone: ecco perché, secondo gli inquirenti, dai risvolti di questa super “retata” emerge una sorta di «manuale del buon mafioso».

Tra i nomi dei destinatari delle misure di custodia cautelare spiccano i nomi del sindaco di San Biagio Platani (sempre in provincia di Agrigento) Santino Sabella (“beccato” in un’intercettazione a parlare di appalti pubblici con un “uomo d’onore”, la Dda palermitana l’accusa d’aver esercitato il voto di scambio, peraltro “aggiustando” con i boss le candidature alle Comunali 2014) e il 37enne Francesco Fragapane, figlio dell’ergastolano e storico capobastone di Santa Elisabetta Salvatore Fragapane. Lo stesso Fragapane jr. era già stato in cella per 6 anni, poi era stato scarcerato e riarrestato: solo quest’estate era tornato in libertà, ma in regime di sorveglianza speciale di Pubblica sicurezza.
 
Le cosche facevano i soldi col narcotraffico (anche per questo i saldi rapporti con le ‘ndrine, sempre più interlocutrici ineludibili quando la merce da veicolare è la cocaina), ma non disdegnavano diversificare con attività come videopoker e slot machine e avevano anche imposto la greve legge del “pizzo” a 27 aziende locali e persino a due cooperative che si occupavano dell’accoglienza agli extracomunitari, la Omnia Academy di Favara (taglieggiata direttamente dai presunti capimafia Calogerino Giambrone e Giuseppe Quaranta: peraltro il sindaco di Cammarata Vito Mangiapane, pur non indagato, secondo Giambrone e Quaranta avrebbe approfittato del suo ruolo per far assumere la figlia dalla coop) e la San Francesco di Agrigento città (e anche qui la “contropartita” sarebbero state varie assunzioni, ma sarebbe stato direttamente il responsabile della cooperativa a ricercare l’indebito aiuto di Giambrone).
 
«Duole rilevare – ha dichiarato ai cronisti Lo Voi – che una ventina d’imprese ha subìto danneggiamenti mai denunciati», a stigmatizzare l’omertà che ancòra impera sul territorio, specialmente da parte di chi gravita nel mondo produttivo («Ci sono certi negozi che vogliono fatto lo sconto…», si legge tra l’altro nelle conversazioni captate). Il procuratore aggiunto Guido, tra l’altro, ha posto in risalto la terribile “mafiosità” che si respira a sentire o leggere anche solo qualcuno dei dialoghi tra gli arrestati: «Nelle intercettazioni sembra di essere dentro a una fiction tipo “Gomorra”, con frasi come “La mafia è tutto”, “Il rispetto è il rispetto” oppure “Cosa Nostra esiste da quando esiste il mondo». 
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