Un lavoro impegnativo, in questi giorni in cui a tratti spira bora. Quando qualcuno dagli alberi maestri, le vele e gli stand lungo le Rive ha sollevato lo sguardo e ha notato la Serracchiani e lo striscione, è cominciato il fuoco di fila di cellulari per immortalare il momento. Ieri il sindaco Dipiazza, insieme con un assessore, aveva tolto la scritta dal Municipio, anticipando una scontata decisione del Consiglio comunale in tal senso dopo la presentazione di una mozione urgente sottoscritta dai capigruppo della sua stessa maggioranza e dopo che ieri il quotidiano locale Il Piccolo in risposta aveva pubblicato la scritta a tutta pagina (in prima). Dipiazza allora si è affacciato e ha tolto lo striscione e con esso «una carie», come ha spiegato. Oggi il gesto della governatrice ha riscosso il plauso del Pd locale e dell'europarlamentare friulana Isabella De Monte (Pd), che a lungo si è impegnata a Bruxelles perché l'Egitto rendesse nota finalmente la verità sulla morte del giovane.
Ma soprattutto, sembra che il gesto della Serracchiani abbia messo la parola fine a una diatriba politica in cui la figura dello studioso friulano c'entra poco: a sorpresa nel pomeriggio il capogruppo della Lega, Massimiliano Fedriga, triestino, tende una mano.
In una nota dice «basta alla guerra degli striscioni» e dichiara di essere pronto ad andare addirittura con la stessa Serracchiani «dal Governo per esercitare ulteriori pressioni affinché emerga quanto prima la verità» su Giulio Regeni. Quanto accaduto al ricercatore sarà ricordato anche alla Marcia della Pace di Assisi, domani, dalla Sinistra Italiana. Intanto, qualcuno spontaneamente e fuori dell'agone politico, sulla propria barca in procinto di salpare per la Barcolana, ha alzato la bandiera di Amnesty, proprio sotto a quella italiana.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout