Omicidio Ashley, fermato un senegalese: inchiodato dalle telecamere

Ashley Olsen con il Beagle
di Nino Cirillo
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Giovedì 14 Gennaio 2016, 08:23 - Ultimo aggiornamento: 10:54

dal nostro inviato 
FIRENZE
Lo hanno bloccato nel cuore della notte e portato in Questura, in via Zara. Secondo le prime notizie è un senegalese di 25 anni ed è accusato di aver ucciso lui Ashley Olsen. «Omicidio aggravato», questo gli viene contestato, ma se ne saprà di più soltanto questa mattina, quando la Procura scoprirà le carte in una conferenza stampa già convocata per le 10.


Se è lui l’uomo di cui si parlava ormai da giorni -ed è mplto probabile che così sia- allora è lo spacciatore dell’Oltrarno che la giovane donna americana conosceva da tempo, un temuto protagonista di quelle notti di sesso e cocaina, uno che «è meglio non averci discussioni». Se le «telecamere amiche» del Comune di Firenze non hanno preso un abbaglio, è stato proprio lui ad avvicinarla in Santo Spirito, all’alba di venerdì 7 gennaio, e ad accompagnarla verso casa, via Santa Monaca numero 3. 

Ma è stato anche lui a ucciderla, a entrare in casa, a strangolarla con il cavetto usb trovato accanto al letto? Mancava l’ultimo tassello per averne la certezza, per questo la Scientifica ieri ha passato lunghissime ore in quell’appartamento, a caccia della prova regina. E probabilmente l’ha trovata: solo così si spiega la decisione del fermo a ora tanto tarda. Hanno sparato a zero sulle pareti con il luminol, hanno portato via un preservativo, hanno cercato invano l’Iphone 5 che Ashley utilizzava. Ma qualcosa di decisivo evidentemente hanno trovato.

IL BIGLIETTO
Le indagini sono decollate con un biglietto. «Lui è colpevole, lui la pagherà», decisero di scrivere le amiche di Ashley Olsen sul portone di casa il giorno dopo il rtiorvamento del corpo. Una oscura accusa al fidanzato, pensarono gli ingenui, al povero Federico Fiorentini che invece ne aveva una caterva di alibi e infatti gli hanno subito creduto. La Squadra mobile di Firenze volle vederci chiaro, andarci a fondo, e ascoltò a una a una queste amiche di Ashley.

E ritrovò il bandolo della matassa. Aveva 36 anni, Ashley Olsen, originaria di Saint Augustine, Florida, e da tre anni viveva a Firenze. «Event manager» c’è scritto sul suo biglietto da visita, ma non rende bene l’idea di come fosse avida di queste notti, non può dire del suo «spirito di rara bontà», come la ricorda l’amica Jade Moss, e del suo «stile stravagante» molto apprezzato dalla «comunità di giovani creativi stranieri» che si è stabilita qui, fra le viuzze di questa piccola, adorabile Montmartre.

Quando gli agenti bussarono alla porta delle amiche, si spalancò loro davanti la verità. Eccola. Ashley varca la soglia del Montecarla, un po’ night un po’ locale di tendenza, alle cinque del mattino di venerdì 7 gennaio. Fra un’ora si chiude. È insieme ai suoi amici di sempre, un gruppo di otto-dieci persone. Non beve più di tanto, ma discute, anche animatamente, la cameriera Giulia dirà che «c’era un po’ di tensione». Vanno via tutti insieme e a questo punto dovrebbe entrare in scena lui, il giovane senegalese.

Forse le amiche le consigliano di lasciar stare, forse lei decide di non ascoltarle. Ma ci pensano le telecamere del Comune, anche se da Palazzo Vecchio non arriverà nessuna conferma. Cinque piazzate lungo il tragitto, forse sui ponti, e altre otto proprio in Santo Spirito. In un rapporto alla Procura si sottolinea come almeno due di queste postazioni abbiano conservato fimati «interessanti».

E allora si parte da qui. La Squadra mobile guidata da Giancinto Profazio ricostruisce passo dopo passo gli ultimi momenti della vita di Ashley. Lei nuda sul letto, sul soppalco. Così la trovò il fidanzato. Il cavetto usb accanto, i giornali che scrivono di un «gioco erotico finito male».

Un’ora di sesso, magari, ma poi cosa è davvero accaduto, cosa ha scatenato la furia dell’assassino? Alle cinque del pomeriggio è arrivato dalla Procura il nulla osta per la sepoltura, l’implicito annuncio che era stato trovato in casa tutto quello che si doveva trovare.
Ma lo si capirà meglio oggi, in attesa che il padre Walter e la madre Jennifer decidano per i funerali. Probabilmente si celebreranno a Soffiano, poi si vedrà.

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