Nuovi tipi italiani, il senso del dovere nel Paese delle beffe

di Philippe Daverio
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Sabato 5 Marzo 2016, 00:00
Non c’è dubbio: il direttore della Reggia di Caserta è un criminale. Avendo Mauro Felicori, filosofo bolognese ora direttore alla Reggia, protratto la sua permanenza sul posto di lavoro ha inflitto un danno gravissimo all’erario dello Stato in quanto ha tenuto la luce (e forse il riscaldamento) accesa oltre gli orari previsti. Andrà innegabilmente denunciato alla Corte dei Conti per spreco di danaro pubblico e ogni cittadino venuto al corrente del misfatto è tenuto a procedere in tal senso.

E non si ferma qui la sua malversazione: per portare a termine il criminoso progetto di sciupio di risorse ha costretto al lavoro straordinario non retribuito degli onesti lavoratori, custodi attenti che hanno in passato con garbo e generosità lasciato che si asportasse l’acqua dalle fontane del parco per dare a quest’acqua un destino eticamente corretto, e cioè quello di innaffiare gli orti dei poveri contadini che miseramente vivono sui bordi del medesimo parco, simbolo secolare del sopruso borbonico. Era ora che venisse dato un segnale contro il malgoverno che sta distruggendo il Bel Paese.

Si sta ovviamente già costituendo il collegio di difesa del possibile imputato Felicori Mauro e le tesi sarà sicuramente discussa al punto da fare giurisprudenza. Si sosterrà che la prestazione del dipendente è vincolata all’orario di lavoro stabilito dai contratti nazionali rivisti dalle trattative singole locali e che ogni tentativo di rompere unilateralmente gli accordi entra sotto la specifica dei comportamenti anti-sindacali; per quanto concerne invece il lavoro funzionariale la questione è più complicata poiché il funzionario, e lo dice la parola stessa, è tenuto ad espletare la propria funzione al di là del limite temporale ed è legittimo ammettere che il funzionario possa pensare alla propria funzione anche mentre mangia gli spaghetti a casa sua. Il funzionario può rimanere in ufficio anche oltre il limite dell’orario prestabilito. Il buon Mauro Felicori lo sa bene in quanto ha lavorato a lungo per l’amministrazione della città di Bologna e già allora lavorare a lungo voleva anche dire lavorare fuori orario.
E giunta l’ora del riscatto. Speriamo tutti in una riforma del testo delle Costituzione. Verrà sicuramente modificato l’articolo 1 del testo fondamentale: L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. Ma come fa ad essere repubblica e democratica se è fondata sulla pena borbonica del lavoro? Una modesta ma rivoluzionaria proposta potrebbe consistere nel sostituire alla parola lavoro la parola ben più corretta ipocrisia.
 
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