Sì alle nozze online: da oggi ci si può sposare con un "clic"

Sì alle nozze online: da oggi ci si può sposare con un "clic"
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Venerdì 29 Luglio 2016, 19:12 - Ultimo aggiornamento: 31 Luglio, 00:07
«Sapevamo che il nostro era il primo caso, però non pensavamo di dover aspettare così tanto tempo. Ci siamo fatti forza e alla fine ce l'abbiamo fatta». Silvia Ferri, infermiera 36enne di San Giovanni in Persiceto (Bologna), parla così del lieto fine, arrivato grazie alla Cassazione che ha riconosciuto la validità per l'ordinamento italiano del matrimonio con Zakir Baloch, pachistano 30enne, suggellato col consenso scambiato in collegamento web il 18 settembre 2012. La storia, raccontata nello studio dell'avvocato Marco Mellone che li ha assistiti, iniziò online nel 2011. Lei «per motivi personali» non poteva viaggiare all'estero, lui «per motivi burocratici» non ha potuto lasciare il Pakistan fino a marzo 2016, quando ha incontrato di persona la sposa. Nel frattempo giudici di appello avevano riconosciuto la validità della trascrizione, rifiutata dal Comune del Bolognese, e un'altra sentenza, a novembre, il ricongiungimento. Ora pensano a ribadire il consenso con una cerimonia tradizionale.

I due, ha spiegato il legale, quando iniziarono a desiderare con forza di conoscersi di persona, vennero a sapere da un avvocato pachistano che nel paese asiatico la legge prevede anche il matrimonio telematico o telefonico. Prepararono dunque la documentazione, che si scambiarono per posta: lei firmò le carte davanti ad un notaio, gli atti furono inviati in Pakistan dove il fidanzato, che lavorava nell'ambito della fotografia e ora ha iniziato a studiare l'italiano, li controfirmò. Davanti ad un pubblico ufficiale locale e collegato via web, ribadì dunque il consenso e la stessa cosa fece lei. Ma i problemi cominciarono col rifiuto del Comune di San Giovanni in Persiceto e iniziarono i ricorsi che hanno portato alla decisione della Suprema Corte.

Parallelamente è stato avviato anche il giudizio sul diritto da parte della sposa di chiamare a sé il coniuge. È una storia, ha detto l'avvocato Mellone, «di grandissima e incredibile forza d'animo e di volontà di essere assieme».
Quello che ha sancito la Cassazione, ha proseguito il legale, è che se due cittadini decidono, secondo la legge di uno Stato che lo prevede, di contrarre quel tipo di matrimonio, sarà possibile 'importarlò dall'estero, cioé sarà considerato valido anche in Italia. «Dobbiamo ringraziare la flessibilità dimostrata dai giudici, che hanno saputo adattare la giurisprudenza ad un fatto nuovo», ha detto. (ANSA).
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