Note spese shock: 86mila euro in pranzi
Minzolini nella bufera, inchiesta in Rai

Augusto Minzolini
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Martedì 7 Dicembre 2010, 13:08 - Ultimo aggiornamento: 5 Gennaio, 18:53
ROMA (7 dicembre) - Il direttore del tg1 Augusto Minzolini torna al centro della scena stavolta non per gli editoriali, ma per le spese sostenute in 14 mesi per pranzi ed altre iniziative in Italia e all'estero: 86.680 euro. Un paragone per capire di cosa stiamo parlando. Gli altri 30 direttori di primo livello in Rai, cioè quelli equiparabili a Minzolini, nello stesso periodo hanno speso tutti insieme 60mila euro. In Rai è in corso un'indagine interna, Minzolini querela il Fatto quotidiano che, insieme ad altri giornali, ha tirato fuori l'argomento, i politici intevengono: quelli al governo a favore del direttore, quelli dell'opposizione contro.



Garimberti e Masi. «Risultati cristallini»: è quanto attende il presidente della Rai, Paolo Garimberti. «Su questa vicenda - ha detto - deve essere fatta chiarezza al di là di ogni ragionevole dubbio». Il direttore generale Masi ha fatto sapere che non c'è stata alcuna convocazione ufficiale di Minzolini e in merito alle spese sono in corso degli approfondimenti puntuali per fare chiarezza, come dice il presidente Garimberti in maniera cristallina al di là di ogni ragionevole dubbio. Le risultanze saranno definite in tempi brevi e comunicate al consiglio d'amministrazione così come avviene ed è avvenuto in casi analoghi.



I sindacati. «Adesso basta, le chiacchiere stanno a zero - ha detto oggi il portavoce di Articolo 21, Giuseppe Giulietti - Si tratta di dati e cifre che non sarebbero state consentite dal peggiore dei direttori generali del cinquantennio. Masi deve dire in modo inequivocabile se quei dati corrispondono al vero o se sono falsi. Un dg che ha appena mostrato la faccia feroce nei confronti di Mazzetti per avere espresso liberamente le sue opinioni e di Raitre per sforamento di 150 secondi non avrà esitazione alcuna a far sentire la sua voce e a comunicare in giornata le sue decisioni. Tutto ciò mentre ci si prepara ad un turn over e a mettere fuori centinaia di precari che con difficoltà arrivano a mille euro al mese».



Minzolini querela Il Fatto e attacca. Il direttore del Tg1, Augusto Minzolini ha querelato Il Fatto «per la persecutoria campagna di stampa intentata nei miei confronti con la pubblicazione di notizie contrarie a verità e gravemente lesive del mio onore, della mia dignità e della mia professionalità». Oggi il quotidiano titola in prima pagina TruffeRai e torna sulla questione delle spese e delle trasferte del direttore del Tg1, dedicando alle vicende di Viale Mazzini - comprese anche le ultime polemiche sulla sospensione del capostruttura di Raitre Loris Mazzetti - le pagine 2 e 3. Minzolini si dice assolutamente tranquillo: «È cominciata la campagna elettorale. L'ultima volta mi hanno attaccato con l'inchiesta di Trani, sostenendo che avevo ricevuto un avviso di garanzia per concussione che non esisteva. Questa volta mi sbattono in prima pagina con illazioni del tutto pretestuose. Dell'argomento se ne parlerà in cda? Non è la prima volta, è la solita operazione di una sinistra che evidentemente non ha altri argomenti», ha concluso il direttore del Tg1.



Interviene anche la politica
. Per Fabrizio Cicchitto (Pdl) è una rappresaglia: «Paradossalmente in questa fase si sono moltiplicati come i pani e i pesci show e altre trasmissioni nettamente avversi al centrodestra. Il fatto che via sia un fuoco di fila contro Minzolini proveniente da più parti e a ripetizione dimostra il fastidio per una voce fuori dal coro. Gli confermiamo pertanto la nostra solidarietà per attacchi che hanno tutto il sapore di una rappresaglia politica». Per Fabrizio Morri (Pd) Minzolini si dovrebbe dimettere: «Non credo che il direttore del Tg1 Minzolini possa restare al suo posto. Farsi pagare dai contribuenti tutti i week end, più o meno esotici, avere frequentazioni estere superiori a quelle degli inviati e seconde solo al titolare della Farnesina, sono con tutta probabilità truffe anche aziendali , ma soprattutto sono fatti eticamente e politicamente insostenibili per chi guadagna 550 mila euro l'anno, ben 4 volte la vituperata indennità della casta».




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