Norcia, la festa del patrono all'interno della zona rossa: «L'Europa guardi all'esempio di San Benedetto»

Norcia, la festa del patrono all'interno della zona rossa: «L'Europa guardi all'esempio di San Benedetto»
di Marta Ferraro
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Mercoledì 22 Marzo 2017, 20:20 - Ultimo aggiornamento: 23 Marzo, 13:10
Norcia ha festeggiato il suo santo protettore, San Benedetto, sotto la statua ancora miracolosamente integra all’interno delle mura cittadine, per la prima volta dopo il sisma del 30 ottobre. I fedeli hanno potuto partecipare nuovamente alla Santa Messa all’interno di quella che per cinque mesi è stata la zona rossa, davanti alla facciata ingabbiata della basilica edificata sul luogo di nascita del santo patrono d’Europa e della sua gemella Scolastica.

La basilica di Norcia è diventata il simbolo di questo sisma ed è oggetto di particolare interesse da parte delle istituzioni europee. Grandi sforzi sta compiendo la cittadina umbra per destare l’attenzione dei governanti europei. «Mentre il mondo guarda all’Europa, l’Europa guardi a Benedetto, affinché la luce che lo ha ispirato possa diffondersi concretamente verso tutti i cittadini europei, senza escludere nessuno», ha detto l’arcivescovo di Spoleto – Norcia, Renato Boccardo che insieme a una delegazione di nursini nei primi giorni di marzo ha condotto la tradizionale “Fiaccola benedettina pro pace et Europa una” a Bruxelles presso le istituzioni europee. La fiaccola che era stata accesa il 22 febbraio tra le macerie della città e poi benedetta dal Papa è poi approdata al Parlamento Europeo, come segnale vivo di speranza e vicinanza, tra la città del patrono d’Europa e le istituzioni europee.

Non è tardata la risposta del presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, che ha scritto all'arcivescovo Boccardo, per dirsi «profondamente convinto che la ricostruzione della Basilica di San Benedetto sia non solo un segno doveroso di solidarietà da parte dell'Unione nei confronti della comunità di Norcia e dell'intera Umbria ma anche un'azione emblematica della necessità di ricostruire il patrimonio culturale, sociale e storico del territorio come premessa per la piena ripresa dell’attività economica nelle zone colpite dal terremoto». Juncker ha inoltre annunciato che sarà a Norcia «una volta che i lavori di ricostruzione siano avviati, in modo da verificare insieme come la solidarietà concreta tra i popoli dell'Unione europea può lasciare un segno tangibile nella vita delle nostre comunità».

Nonostante i disagi dei nursini si è cercato di ripetere le festività del santo patrono in maniera conforme agli anni scorsi. Il corteo storico ha sfilato in Piazza proveniente da Corso Sertorio. C’è stata poi la Messa presieduta dall’arcivescovo Boccardo, concelebrata dal parroco di Norcia don Marco Rufini, dal priore dei monaci padre Benedetto Nivakoff e da altri sacerdoti diocesani e religiosi. Da Trevi sono giunte anche le monche benedettine di S. Antonio, il cui monastero è in gran parte da demolire. Di lato all’altare è stata mostrata la reliquia del Santo patrono d’Europa contenuta nel reliquiario dorato, che ora è conservato presso il deposito regionale dei Beni Culturali a S. Chiodo di Spoleto. 

Boccardo durante le celebrazioni ha detto che «Il Santo è stato un grande ricostruttore. Anche noi dobbiamo ricostruire: le ferite del recente terremoto sono ancora sanguinanti e ci vorrà tempo perché si mutino in cicatrici. In questo percorso, non sempre facile e spedito, l’amicizia e la solidarietà di tanti, però, costituiscono per noi come l’olio della consolazione e il vino della speranza».

Proprio a Norcia il prossimo 24 marzo, nell’ambito delle celebrazioni del 60° anniversario del Trattato di Roma, per volontà di Antonio Tajani, ci sarà una riunione dei presidenti dei gruppi dell’Europarlamento e dei membri dell’ufficio di presidenza. Un ulteriore modo di vicinanza delle istituzioni europee alle popolazioni colpite dal terremoto. «È un’occasione propizia – ha detto Boccardo - affinché quanti sono stati eletti a Bruxelles e a Strasburgo confermino il sogno europeo e si domandino se il progetto che stanno realizzando rimane fedele all’intuizione dei padri fondatori, che hanno voluto edificare l’Unione Europea su una base non individualistica e materialista bensì di ordine culturale e spirituale».
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