New York, gli amici di Alessandro Parladori sotto choc: «Impossibile che sia morto così»

New York, gli amici di Alessandro Parladori sotto choc: «Impossibile che sia morto così»
2 Minuti di Lettura
Venerdì 15 Dicembre 2017, 05:05 - Ultimo aggiornamento: 16 Dicembre, 22:06
«Aveva superato le sfide di New York, si era realizzato, aveva vinto tutte le battaglie. Ha perso quella con la morte che l'ha strappato alla vita troppo giovane». Gli amici non riescono ancora a rendersi conto che Alessandro Parladori non c'è più. Quel «ragazzone nonostante i suoi cinquant'anni» era troppo socievole e solare perché se ne sia davvero andato. Da Padova a New York sono tante le persone che piangono la sua scomparsa. Tra queste c'è la sua migliore amica, Annachiara Favretto, anche lei italiana emigrata in America. Una foto di loro due, sorridenti, è tra quelle in primo piano sulla pagina Facebook del padovano.

«Alessandro - racconta l'amica - non è stato per me solo il migliore Chief Financial Officer (il manager responsabile della gestione generale delle attività finanziarie di un'azienda, ndr) che abbia mai conosciuto, ma anche un amico e un fratello. Da Alessandro ho imparato un sacco di cose dal punto di vista lavorativo. La sua preparazione tecnica in finanza e fiscalità internazionale era veramente unica».

Ma oltre al lavoro, c'era molto di più: «Durante tutti gli anni che abbiamo trascorso insieme siamo diventati amici e confidenti, e abbiamo condiviso tante gioie, viaggi in Australia insieme per Natale, pranzi e cene cucinando il suo speciale ed inimitabile stufato al barolo o mangiando le sue super healthy salads (insalate super salutari, ndr). Questo era Alessandro: un animo dolce, un amico speciale, un compagno di vita che anche se non potrò piu abbracciare, so che mi accompagnerà sempre nel cammino».

Daniel Cavinato, padovano, lo vedeva ogni volta tornava in Italia a salutare parenti e amici. «La mamma e il fratello di Alessandro erano molto preoccupati del fatto che non lo sentissero da un paio di giorni. Nessuno avrebbe mai immaginato che potesse essere morto perché era la persona più viva e solare che si potesse conoscere. Era una di quelle rare persone in grado di far star bene gli altri in qualsiasi occasione. Era sereno e sorridente. Non potrò mai dimenticare la sua risata, quasi da coniglietto, che esplodeva durante le nostre conversazioni davanti a un bicchiere in un bar del centro storico. È questa l'immagine che ho di lui, di un ragazzo, anche se di cinquant'anni, pieno di vita».

E proprio questa sua gran voglia di vivere e di fare, «l'ha portato a New York. Forse Padova per lui era stretta e in America è riuscito a dar sfogo alle sue enormi capacità lavorative. Ha vinto tutto, ha perso solo con la morte che l'ha portato via troppo presto».
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA